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Grazie a Socrates la libertà fu un colpo di tacco

Il ricordo del campione che è passato anche da Firenze

Redazione VN

AVEVA detto di voler morire di domenica, il giorno in cui il suo Corinthias sarebbe ritornato campione. E così è stato. Quando il 4 dicembre 2011 se ne è andato tutta la squadra, a centrocampo, ha alzato il pugno chiuso verso il cielo. Quello era il suo gesto, quando con la maglia numero 8 regalò prima gol, bel gioco, vittorie. E poi, con la scritta Democracia Corinthiana sulle spalle al posto dello sponsor, quando insegnò ai brasiliani cosa vuol dire la parola libertà. Socrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, capitano del Brasile 1982, tra le nazionali più forti di sempre ma sconfitto dalla tripletta di Paolo Rossi e dalle parate di Zoff. Socrates il medico, O Doutor come veniva chiamato, una delle menti più aperte del Brasile schiavo di un regime militare e del suo governo autoritario è il fulcro attorno il quale ruota il libro La libertà è un colpo di tacco (Armando Curcio Editore) del toscano Riccardo Lorenzetti. Perno centrale, e protagonista, di un romanzo che mescola realtà (come la storia veramente accaduta della Democracia Corinthiana) e finzione letteraria per raccontare un paese, il Brasile dei primi anni ’80, che aveva urgentemente bisogno di un cambiamento, dopo venti anni di dittatura, ma che ancora non era pienamente consapevole. «Nel Brasile di una dittatura ormai logora, fu il dottor Socrates ad iniziare l’azione – scrive Lorenzetti – e la iniziò con un colpo di tacco, che nel futebol è il più brasiliano dei movimenti. Poi si mossero le ali e le mezzali, la difesa avanzò e gli attaccanti crearono i presupposti per realizzare il golazo; ma non è un’esagerazione dire che la libertà cominciò con un colpo di tacco». Un libro che racconta di calcio, o meglio di futebol ma anche di amore, diritti, libertà d’espressione e impegno sociale. Di libertà, quella che professava Socrates e i compagni del Corinthias, la squadra del popolo di San Paolo che, sostenuti dal presidente, dall’allenatore e da una buona parte di tifosi, metteva tutto ai voti: ritiri, allenamenti, quali calciatori vendere o comprare, la formazione. Ma anche la libertà de Il Cardellino,“periodico di cultura sindacale brasiliana” su cui Lorenzetti, tra metafore calcistiche e personaggi tanto reali quanto memorabili, costruisce le basi del suo racconto che è stato, prima di divenire un libro, anche una piéce teatrale. Lo scrittore di Trequanda (Siena), autore anche de

L’anno che si vide il Mondiale al maxischermo” si muove con disinvoltura tra vari mondi che finiscono, inevitabilmente, per il confondersi e diventare indispensabili l’uno per l’altro. Futebol e politica, giornalismo e potere, censura e informazione. E al centro un pallone da calcio, Socrates e il Corinthias. Prima che lo sport diventasse soltanto marketing, prima che i calciatori si trasformassero in personaggi televisivi e da spot pubblicitari così scopriamo, o meglio, ci ricordiamo, dell’indimenticato numero 8 brasiliano. La libertà è un colpo di tacco è così la vera storia di un campione. E quella di Violeta, Gabriel, del giornalista sportivo Cunha: personaggi inventati, di un modo crudelmente reale.

La Repubblica