Qualsiasi cosa accada, l’importante è non perdere mai la testa. Non ci è riuscito Andreas Bosheck che dal 2004 indossa il costume di Grotifant, l’elefantino mascotte dell'Uerdingen. L’uomo, durante il derby con il Fischeln si è infatti picchiato con i propri tifosi. Il motivo? Avevano staccato la testa al suo costume.
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Germania: la mascotte Grotifant perde la testa, rissa sugli spalti
Un singolare episodio avvenuto in Germania
L’Uerdingen è una nobile decaduta del calcio tedesco. Per 14 stagioni ha giocato in Bundesliga, più dell’Augsburg, del Mainz o del St. Pauli. Anche Grotifant è famoso: nel 2009 si è classificato al quarto posto fra le mascotte più belle di Germania. Ha una propria pagina facebook personale e i tifosi lo prenotano per le feste di compleanno dei propri figli. Oggi però il club è scivolato fino in quinta serie. All’81’ del derby contro il Fischeln l’Uerdingen si porta in vantaggio. Bosheck, con tutto il suo costume, corre sotto la curva per esultare e far divertire il pubblico. Un tifoso però decide di allungare le mani e di staccare la testa all’elefantino, tirandolo per la proboscide. Non è solo Grotifant a perdere (letteralmente) la testa: la perde infatti anche (metaforicamente) Bosheck, che scavalca la recinzione e comincia una scazzottata col tifoso per riprendersi la parte “decapitata” del costume. La rissa si espande in tutto il settore, al punto che nessuno esulta al gol del 2-0 dell’Uerdingen.
A fine partita Bosheck ha dato la sua versione dei fatti: “È stato un gesto stupido – ha detto –. Mentre mi staccavano la testa ho preso un colpo forte e mi sono fatto male. Ora so che non è stato fatto volontariamente: il ragazzo mi ha chiesto scusa. Mi ha spiegato che voleva essere solo uno scherzo, ma in momenti del genere sei sotto stress e adrenalina e non reagisci in maniera rilassata. Inoltre volevo riprendere la testa, non avevo idea di cosa volessero farci. Ora comunque il problema è risolto ed è inutile continuare a parlarne”. Grotifant ha ritrovato la sua testa. E probabilmente anche Andreas. A riportarlo è Gazzetta.it.
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