Solo sette giorni prima, il minimo indispensabile, è partita la convocazione dell'assemblea elettiva della Lega di Serie A per giovedì 20. La settimana prossima si gioca quasi sempre, alla fine la scelta è caduta sul giorno del sorteggio delle coppe europee, ma a un certo punto era balenata l'idea di rinviare tutto a dopo le feste. Il motivo? Impedire ad Andrea Abodi, sostenuto da Juve, Inter e Roma, di avere un «salvacondotto» con le successive elezioni di B. I club cadetti, però, hanno deciso di aspettare e, se il 20 ci sarà la fumata nera, rinunceranno a convocare la loro assemblea già opzionata per il 28 andando a ruota della categoria maggiore.
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Schieramenti
Quella di Abodi, tuttavia, resta l'opzione che raccoglie i consensi maggiori. Il presidente dimissionario della B può contare su una decina di voti e non è lontano dal quorum di 14 richiesto dalla terza votazione. Ma c'è un fronte guidato dalla Lazio che spinge per la riconferma di Maurizio Beretta. E negli ultimi giorni il Milan ha lanciato la candidatura di Ezio Maria Simonelli, presidente del collegio dei revisori della Lega. I giochi ruotano attorno a quella pattuglia di incerte che non si sono schierate ancora apertamente, come Fiorentina, Torino, Chievo, Napoli. Negli ultimi tempi, a ogni modo, è emersa una volontà forte di cambiamento e discontinuità. Sempre più club si sono convinti che la Lega, così com'è gestita, non sia funzionale al movimento. È doveroso ricordare, però, che il presidente di Lega ha scarsissimi poteri, per com'è disegnato lo statuto che nessuno in via Rosellini ha avuto il coraggio di cambiare.
La Gazzetta dello Sport
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