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Diritti tv, rivoluzione in Europa: più esclusive e fine del 100% live a pagamento

L’Europa si prepara ad una rivoluzione del mercato dei diritti tv: vediamo insieme cosa potrà succedere in un futuro abbastanza prossimo

Alessandro Nepi

L’Europa si prepara ad una rivoluzione del mercato dei diritti tv: in futuro, anche in Italia e anche per la Serie A, potrebbe non esserci più la possibilità di avere “tutta la competizione in diretta” su una sola piattaforma televisiva.

Per capirci precisiamo preliminarmente due termini. Con “esclusiva” si intende una partita trasmessa solo da una emittente. Quando invece parliamo di “100% live” ci riferiamo alla possibilità di una singola emittente di trasmettere tutte le partite di un campionato.

Nel caso dell’Italia. La Serie A è 100% live su Sky ma non in esclusiva visto che le gare delle migliori 8 vanno anche su Premium. Al momento esistono paesi come la Germania  che addirittura concedono un “monopolio” (che è quindi esclusivo e 100% live) ad un’unica emittente (in questo caso Sky). Il modello vincente arriva dall’Inghilterra e il successo è evidente dopo il contratto da 7 miliardi di euro con un incremento del 70% rispetto al precedente accordo.

A differenza degli altri paesi la Premier League trasmette solo il 44% delle sue partite in diretta tv sul territorio nazionale del Regno Unito. Questo significa che nessuno può vedere il 100% di un torneo, e che non tutte le partite sono trasmesse in diretta, ma che tutte sono in esclusiva. Viene lasciata una fascia totalmente libera: quella tradizionale delle 15 del sabato. E questo peraltro permette di valorizzare ulteriormente i diritti delle ampie sintesi in chiaro (trasmesse dalle 22.30) che si è aggiudicata la tv di stato, ovvero la BBC.

Cosa può succedere ora? Tre sono le prospettive principali.

– ogni partita non avrà più di una emittente abilitata a trasmetterla

– non tutte le partite saranno trasmesse in diretta, questo per fare leva su due aspetti: l’incentivazione del pubblico ad andare allo stadio e la concentrazione dell’audience tv su un singolo evento (in grado così di massimizzare gli introiti pubblicitari)

– sarà adottato un modello ibrido che dia più spazio ai diritti tv in chiaro

In Italia analizzando i dati di share delle gare di Serie A si nota immediatamente come ci sia una fascia oraria, quella delle 18 della domenica, che fa registrare share altissimi, anche perchè quella era storicamente la collocazione del calcio ai tempi del mitico Novantesimo minuto. E questo potrebbe essere l’habitat ideale per una partita domenicale in chiaro.

Prepariamoci insomma alla rivoluzione, più partite in chiaro, fine delle piattaforme che possono trasmettere tutte le gare di un determinato torneo o campionato, più concorrenza. E probabilmente, meno gare in tv, perchè la necessità di riportare la gente allo stadio è prioritaria, e i club hanno capito che esiste una proporzionalità diretta tra gli stadi pieni e il valore dei diritti tv di un determinato campionato, con buona pace di chi pensa che bastino i soldi dei broadcaster per fare ricche le società.

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