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Cori, fumogeni e lacrime nel giorno più triste

Mattinata triste quella di stamani: Mario Ciuffi non c’è più e il popolo viola gli si stringe attorno in un unico abbraccio. Arriviamo alla Chiesa di S. Piero in Gavinana …

Redazione VN

Mattinata triste quella di stamani: Mario Ciuffi non c’è più e il popolo viola gli si stringe attorno in un unico abbraccio. Arriviamo alla Chiesa di S. Piero in Gavinana e veniamo accolti da una numerosa calca: tra parenti, amici e tifosi vige un silenzio surreale. Facce tristi, alcune sconvolte. Non mancano però aneddoti e commosse battute: “Vorrei che uscisse da qui’ cassone per dirci che è tutto uno scherzo” dice un uomo canuto con un sorriso amaro. C’è anche un po’ di Fiorentina attuale: Montella, Macia, Viviano, Mencucci e Guerini arrivano in mezzo ai flash dei fotografi.

Arriva Mario e la folla gli si avvicina. Il suo tragitto verso l’entrata della chiesa è accompagnato da un applauso spontaneo. Eccoci all’interno: tante le persone, ma profondo il silenzio. C’è chi piange, c’è chi racconta le sue simpatiche gesta: nessuno riesce a non emozionarsi di fronte all’immagine del Pontefice di fronte all’altare. La bara, interamente ricoperata da drappi e sciarpe viola, è sorvegliata da una maestosa bandiera viola.

Comincia la funzione, partono i ricordi dell’amico viola. L’omelia di Don Massimiliano è un concentrato di vita e amicizia, di tifo e passione per la Fiorentina: ci sono i ricordi delle trasferte, i riferimenti alla famosa cameretta e una commozione forse più da compagno di avventure che da uomo di fede. Tra le lacrime, Don Massimiliano posa la sua sciarpa viola accanto a Mario e conclude con un “arrivederci”.

Dopo il ricordo degli amici più stretti in un’accorata poesia, è tempo per Mario di andare a riposare. Eccolo che passa davanti a noi: tornano alla mente le frustate, il Sullivan Show, persino gli scherzi telefonici e quelle volte che lo salutavamo goliardicamente davanti al Bar Marisa. La bara ci supera e ci rendiamo conto che questo è uno dei giorni più tristi del popolo viola e di Firenze tutta.

Ad accoglierlo all’esterno, c’è una delegazione della curva Fiesole. “Ciao Mario... Che questi colori ti accompagnino in cielo” recita lo striscione firmato dagli ultras. Parte anche qualche coro: “Mario uno di noi”, “Torneremo grandi ancor” e l’inno viola di Narciso Parigi. “Vinceremo il terzo scudetto per te!” dice qualcuno. Alla fine Mario se ne va e lascia definitivamente un vuoto in tutti i presenti.

Ciao Mario, grazie di tutto.

ARTURO LEONCINI