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Colosseo, l’operazione Della Valle non decolla

In principio fu settembre 2011. Poi primavera 2012. Ora, forse, il prossimo autunno. Non c’è solo il ricorso al Tar proposto dal Codacons e dal clan Tredicine a smentire i …

Redazione VN

In principio fu settembre 2011. Poi primavera 2012. Ora, forse, il prossimo autunno. Non c'è solo il ricorso al Tar proposto dal Codacons e dal clan Tredicine a smentire i proclami del sindaco Alemanno sull'apertura del cantiere Colosseo griffato Della Valle. 

Era il 25 marzo, appena due mesi fa, quando  -  dopo una serie di intoppi e di rinvii  -  l'inquilino del Campidoglio poteva finalmente annunciare a una variegata platea di vip e professionisti radunati per la presentazione della "Rete attiva per Roma" che "ad aprile partiranno i lavori di restauro, a 73 anni dall'ultimo grande intervento". Una data da cerchiare in rosso sul calendario della Storia: ancora pochi giorni d'attesa e poi l'operazione a lungo sospirata avrebbe potuto cominciare, l'Anfiteatro Flavio sarebbe tornato agli antichi splendori e per la capitale sarebbe cominciata una nuova stagione.

Peccato che, come al solito, Alemanno abbia sbagliato i conti. Aprile è già bello che passato, maggio sta per spirare e prima dell'autunno sarà assai difficile vedere un solo operaio alle prese coi marmi imperiali. A giocare contro, non solo la famiglia del vicecapogruppo Pdl in consiglio comunale, ma anche i tempi tecnici necessari a espletare le gare d'appalto. Tutte ancora in corso. Non una che sia stata già assegnata. E siccome, una volta aggiudicate, occorre che trascorrano almeno 40 giorni per consentire la presentazione di eventuali ricorsi, è evidente che se ne riparlerà dopo l'estate: se va bene a settembre, ma è più probabile che l'avvio del restauro slitti all'autunno inoltrato. 

Al ministero dei Beni Culturali nessuno si vuol sbilanciare. I tecnici si limitano a parlare di "procedure concorsuali complesse, basate non sul meccanismo del massimo ribasso ma dell'offerta economicamente più vantaggiosa, alle quali hanno partecipato un gran numero di imprese, circa una quarantina, molte di più di quante ci aspettassimo". Una ressa senz'altro giustificata, oltre che dalla drammatica crisi dei lavori pubblici, dal prestigio dell'appalto e dal valore messo a gara, 10 milioni di euro, sui quali il patron della Tod's ha già prestato le relative fidejussioni. Ma che aumenta la possibilità di reclami da parte degli esclusi.

Per ora Diego Della Valle resta in silenzio. Prima di parlare intende aspettare il 20 giugno, allorché il Tar dovrà pronunciarsi sull'annullamento dell'accordo MibacTod's chiesto dal Codacons e dai Tredicine. Dopodiché  c'è da scommetterci  si farà sentire. Specie se l'incertezza sui tempi dovesse permanere.

Come dargli torto? Da quando l'imprenditore del lusso ha deciso di vestire i panni del benefattore culturale, l'apertura dei cantieri è già slittata almeno tre volte, tra richiami dell'Antitrust (poi rientrati), esposti alle varie magistrature e lungaggini burocratiche: a giugno del 2011, nel corso della presentazione ufficiale del restauro organizzata in pompa magna al Colosseo, si disse che le gare d'appalto sarebbero partite a luglio e i lavori a fine anno; a novembre toccò all'allora sottosegretario Francesco Giro spostare l'asticella alla primavera 2012; a marzo Alemanno indicò la data precisa: aprile. Risultato? Per vedere un cantiere bisognerà aspettare ancora. Almeno fino al prossimo annuncio. (repubblica.it)