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Colombia, paura per le minacce a Sanchez. Il fratello di Escobar: “Lo stato faccia qualcosa”

Apprensione per le minacce ricevute dal centrocampista della Fiorentina

Redazione VN

Ventiquattro anni dopo l'assassinio di suo fratello Andres per l'autorete che costò l'eliminazione della Colombia dal Mondiale di Usa '94, Santiago Escobar teme che qualche altro calciatore della Nazionale possa fare la stessa fine, in caso di sconfitta questa sera contro l'Inghilterra allo Spartak Stadium di Mosca. Una paura che è aumentata dopo le minacce di morte ricevute via social da Carlos Sanchez, centrocampista della Fiorentina, per l'espulsione contro il Giappone. "Carlos sarà triste per l'errore che ha commesso e, al tempo stesso, preoccupato per la sua famiglia - ha raccontato Escobar al Mirror - ma mio fratello non aveva mai ricevuto alcuna minaccia, lo hanno semplicemente ammazzato nel modo più codardo possibile e il fatto che ci siano ancora persone autorizzate a dire certe cose sui social e a lanciare minacce di morte ad un giocatore, dimostra che dalla morte di Andres non è venuto fuori niente di buono e che il mio Paese non ha imparato nulla. Questa gente non ha nulla a che fare coi tifosi colombiani e dovrebbe essere arrestata e sbattuta in galera, ma a dispetto di quello che è successo a mio fratello, non ci sono ancora leggi in grado di fermarli". (gazzetta.it)

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