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BV 1979: Un’inutile vittoria per un’indescrivibile gioia

Quando si è ragazzi si è facili preda di entusiasmi che sembrano irripetibili. La maturità ci fa poi freddamente analizzare quei momenti e ci fa chiedere se effettivamente tali entusiasmi …

Redazione VN

Quando si è ragazzi si è facili preda di entusiasmi che sembrano irripetibili. La maturità ci fa poi freddamente analizzare quei momenti e ci fa chiedere se effettivamente tali entusiasmi fossero giustificati: la risposta è sempre sì. Come dimenticare, ad esempio, quell’insignificante pomeriggio soleggiato, reso interessante dall’unico evento in grado di cambiare il volto di una giornata che altrimenti sarebbe anonima?

Un incontro di campionato – per di più l’ultimo della stagione; due squadre che nulla hanno da chiedere alla propria classifica; una è triste già nei colori sociali, l’altra è un inno alla gioia e alla vita: solitamente veste il viola, ma oggi indossa il bianco con il numero sulle spalle, il colletto e i risvolti delle maniche corte viola. Il 13 maggio del 1979 si gioca a San Siro Inter-Fiorentina: uno stadio enorme (e bellissimo), una formazione blasonata che soffriva maledettamente il fresco tricolore rossonero su un imbattibile Perugia e una giornata che resterà indimenticabile. La Fiorentina si presenta con una formazione imbottita di memorabili giocatori normali che la mia generazione considerava - désolé - considera dei miti: Alessio Tendi, Ezio Sella, Dino Pagliari, Maurizio Restelli, Giuseppe Lely, Andrea Orlandini e Luigi Sacchetti. Poi c’erano Antognoni e un giovanissimo Giovanni Galli. Questi ultimi come i primi dei miti.

Si parte e la nostra difesa riesce a far segnare dopo appena nove minuti di gioco Carletto Muraro, un centravanti che marcava una rete ogni eclisse totale di sole. Trascorsi otto minuti era però Ezio Sella a sfruttare un errore di Ivano Bordon e realizzare il pareggio che già aveva il potere di mandare alle stelle la gioia di noi ragazzi. Quando poi Restelli nella ripresa mandava nel sacco il pallone dopo un’azione personale condita da un tunnel a Chierico, l’entusiasmo toccò livelli inarrivabili. La Fiorentina con questa vittoria per 2-1 non cambia minimante la propria classifica, non vince lo scudetto e non si qualifica nemmeno per la Coppa U.E.F.A.: eppure quel pomeriggio quelli della mia generazione non lo scorderanno mai. In uno stadio bellissimo, la mia, la nostra Fiorentina aveva battuto i campioni dell’Internazionale. Fu un’inutile vittoria per una gioia indescrivibile.

Massimo Cecchi - MuseoFiorentina.it