Sabato 15 marzo 1969, la squadra viola si trovava a Recco per preparare la 22° gara di campionato con la Sampdoria, in programma il giorno successivo a Marassi. Nonostante la squadra blucerchiata, diretta dall'ex viola Bernardini, non vincesse da 11 gare e si trovasse all'ultimo posto in classifica, il "Petisso" non si fidava affatto del pessimo periodo dell'avversario che la sua Fiorentina, prima in graduatoria ed imbattuta da sedici turni, si accingeva ad affrontare. Anche perché Pesaola, abbastanza superstizioso, temeva quella 17° gara utile consecutiva che la squadra viola avrebbe potuto inanellare. "Bisognerà stare molto attenti - affermò l'allenatore gigliato alla stampa - perché le squadre ultime in classifica sono quelle che rischiano di giocarti i colpi "gobbi" e la Sampdoria ci affronterà con la bava alla bocca".
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Quel sabato a Recco, però, c'era un giocatore viola in particolare che stava vivendo un momento più intenso degli altri. Stiamo parlando del bomber Mario Maraschi che, complice un infortunio a Domenghini, poteva alimentare buone speranze di una convocazione azzurra da parte di Valcareggi (altro ex giocatore e tecnico viola) in vista dell'importante gara in programma a Berlino Est il 29 marzo contro la Germania Est, valida per le qualificazioni ai mondiali messicani.
Roberto Vinciguerra - MuseoFiorentina.it
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