La partita giocata nell’ultimo giorno dell’anno è veramente lo specchio di un calcio “romantico” e popolare, che non esiste più. Non erano le televisioni o le necessità di vacanza in patria della colonia straniera a dettare le date del campionato, e andare alla partita per S. Silvestro faceva semplicemente parte del clima festoso del periodo natalizio. Così avvenne l’ultimo giorno dell’anno 1950: in programma Milan-Fiorentina. I rossoneri sono in quel periodo una vera e propria corrazzata e schierano tra gli altri Buffon in porta e in attacco i grandissimi Gren e Nordahl (che avrebbero formato dall’anno successivo, con l’arrivo di Liedohlm, il mitico trio Gre-No-Li). Ma è una Fiorentina senza paura quella che si presenta a Milano e i motivi per essere sicuri di sé risiedono nell’ossatura della squadra: Costagliola tra i pali viene difeso da atleti del calibro di Cervato e Rosetta e a centrocampo Chiappella e Pandolfini assicurano potenza e classe. È forse in attacco che ancora i viola non schierano giocatori “da vertice” potendo contare comunque su Dalla Torre e Sperotto. Il primo tempo è equilibrato e il Milan passa solo nella ripresa proprio con la sua stella Gren, destinato a vestire qualche anno dopo la maglia viola. Sconfitta di misura e onorevole comunque che è lo specchio di un campionato intero o meglio l’indice di una tendenza. Pur non ottenendo risultati eccelsi, la Fiorentina conferma di non essere più la timida squadra di estrazione provinciale che era stata fino ad allora, ma inizia un processo di maturazione che la porterà in breve a diventare il quarto incomodo tra Milan Inter e Juventus e a piazzarsi stabilmente nelle prime posizioni in classifica. E la partita di San Siro è un sintomo chiaro di questa crescita. Di fronte ai futuri Campioni d’Italia i viola brillano di luce propria, cosa che in seguito capiterà sempre più spesso per tutti gli anni ‘50.
altre news
BV 1950: prime luci a San Siro
La partita giocata nell’ultimo giorno dell’anno è veramente lo specchio di un calcio “romantico” e popolare, che non esiste più. Non erano le televisioni o le necessità di vacanza in …
Alessandro Coppini - museofiorentina.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA