Se qualcuno non ti aiuta preventivamente a pronunciare il suo cognome, rischi di annodarti la lingua nel tentativo di mettere insieme tutte quelle consonanti incompatibili tra di loro: Lajos Czeizler nasce oggi 5 ottobre nel 1893 a Heves in Ungheria. Al termine della sua non particolarmente lunga carriera agonistica nello storico Club dell’MTK, inizia appena trentenne ad arricchire il suo curriculum di allenatore che alla fine sarà lungo e articolato come quello di Guus Hiddink. Polonia, Italia, Svezia sono stati soltanto alcuni degli stati nei quali ha sempre coerentemente insegnato ai suoi giocatori che, essendo il gioco del football finalizzato alla rete, la base di ogni tattica parte dall’azione offensiva. Nel 1958, dopo aver occupato anche la panchina del Commissario Tecnico della Nazionale italiana, arriva a Firenze a far divertire i tifosi viola. Oltre ai tifosi, parecchio si divertono anche i giocatori visto che è un’annata travolgente sotto l’aspetto realizzativo per molti di loro: in quella stagione, tra campionato e Coppa Italia, Kurt Hamrin sigla 26 reti, Miguel Angel Montuori 22, Francisco Ramon Lojacono 14 e Gianfranco Petris 11. Settantatre reti in quattro!
altre news
BV 1893: Lo “zio” Lajos e il suo credo calcistico
Se qualcuno non ti aiuta preventivamente a pronunciare il suo cognome, rischi di annodarti la lingua nel tentativo di mettere insieme tutte quelle consonanti incompatibili tra di loro: Lajos Czeizler …
La stagione è costellata da risultati tennistici che portano la squadra a contendere al Milan la vittoria nel campionato. La sconfitta casalinga proprio contro i rossoneri e quella inopinata contro la SPAL a soltanto cinque giornate dalla fine, costano ingiustamente il posto allo “zio”. L’arrivo nell’estate del 1959 del quotatissimo Luis Carniglia non cambierà però la situazione: secondo posto questa volta dietro la Juventus.
L’imbizzarrita dirigenza viola va quindi sulle tracce di Nándor Hidegkuti, affidando ancora a Czeizler la guida tecnica in attesa del disbrigo delle pratiche di espatrio da parte del giovane allenatore ungherese. Quelle due storiche coppe arrivate a maggio del 1961, portano indubitabilmente anche la firma dello “zio” che svolge con passione, dedizione e senza alcuna gelosia, il ruolo di traghettatore e di interprete per il grande Nándor, giunto a Firenze nel mese di novembre e ufficialmente allenatore dal gennaio 1961 successivo.
Il palmares viola di Czeizler non è ricchissimo come avrebbe meritato: ancora oggi però, a distanza di oltre mezzo secolo, qualunque tifoso con diverse primavere sulle spalle, ricorda quella Fiorentina e quei pomeriggi di domenica trascorsi a contare le reti gigliate alle spalle dei portieri avversari.
Massimo Cecchi - Museofiorentina.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA