Il Napoli capolista, guidato da Maradona e ancora imbattuto in campionato, si presenta al Comunale di Firenze alla 14ª giornata, domenica 4 gennaio 1987, nella prima partita del nuovo anno. I partenopei non perdono da 17 gare di campionato (le prime tredici di questo torneo più le ultime quattro del torneo precedente) e sono tra i favoriti per la vittoria finale. La Fiorentina di Eugenio Bersellini invece, dopo le cessioni di Giovanni Galli e Daniele Massaro al Milan e di Daniel Passarella all’Inter, è un mix di giovani di belle speranze (Landucci, Carobbi, Battistini, Di Chiara, Onorati, Berti, e soprattutto Roberto Baggio che però non sarà quasi mai a disposizione) e giocatori più esperti (Contratto, Gentile, Pin, Galbiati, Oriali e naturalmente Antognoni, all’ultima delle sue quindici stagioni in maglia viola) e naviga in acque di classifica non tanto sicure. Quel giorno però i viola sfoderano una prestazione maiuscola, lasciando agli avversari solo uno sterile possesso palla. Il primo tempo si chiude sul 2-0 grazie al preciso diagonale di Ramon Diaz ed alla tremenda staffilata su punizione di Antognoni. All’inizio della ripresa il Napoli dimezza lo svantaggio con Maradona ma, nonostante i continui attacchi, non riuscirà a pareggiare. Sarà anzi “Paolone” Monelli, appena entrato al posto del “puntero triste” Diaz, a chiudere la partita con un gol incredibile. Dopo aver raccolto sulla propria tre quarti un disimpegno difensivo di Carobbi ed essersi accorto che il portiere Garella si era portato in avanti, Monelli lascia partire, appena prima della linea di centrocampo, un pallonetto forte e preciso che, lento ma inesorabile, conclude la sua corsa in fondo alla rete. Al termine di quel campionato il Napoli vincerà il primo scudetto della sua storia.
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