Un anno fa, di questi tempi, la vigilia di Atalanta-Sassuolo era una festa: squadra reduce da sei vittorie di fila e sogni d’Europa. Oggi, di simile, c’è solo il contesto: allenamento di rifinitura allo stadio, con porte aperte al pubblico. Ma la magia di trecentosessantacinque giorni fa si è trasformata in gelo e l’entusiasmo è stato sostituito da un’aspra contestazione. Gli ultrà dell’Atalanta hanno interrotto la seduta dopo circa un quarto d’ora, per chiamare a rapporto i giocatori, che si sono schierati ordinatamente sotto la Tribuna Creberg (il settore che era stato aperto al pubblico), che era occupata da circa millecinquecento spettatori: in quel momento ha preso parola il leader dei tifosi, Claudio “Bocia” Galimberti, che ha duramente contestato la squadra. “Basta perdere la faccia: non vogliamo più vedere gli avversari fare la partita, con il nostro campo che è diventato casa di altri. Dovete tirare fuori la grinta e l’orgoglio. Non dovete prendere in giro nessuno e fare vita da professionisti, non farvi vedere in giro a ballare”, il sunto del discorso, avvalorato da un grande striscione con la scritta “Svegliatevi”.
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Atalanta, squadra a rapporto dai tifosi, “ramanzina” di 5 minuti
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Cinque minuti freddi, duri, in cui la squadra ha dovuto subire la ramanzina degli ultrà, che alla fine si sono detti pronti ad incitare la squadra già domani, di fronte ad una dimostrazione di impegno (i cori di incitamento sono stati riservati solo a Percassi, Denis e Moralez). Anche per questo motivo Reja, al termine della seduta, ha parlato dell’accaduto, nonostante tutto, in termini positivi. “Questo episodio ci dà grande carica. I tifosi ci hanno detto che ci inciteranno fino alla fine, ora dipenderà da noi: voglio una squadra lucida e motivata, per una partita che dobbiamo vincere a tutti i costi”. (gazzetta.it)
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