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“Assillo” Gomez fra lo “repetita iuvant” ed il “repetita… Juve”

Intendiamoci: non è che Firenze non ci creda o, peggio ancora, non si senta all’altezza di Gomez o di un bomber di prima fascia. Il fatto è che la speranza …

Redazione VN

Intendiamoci: non è che Firenze non ci creda o, peggio ancora, non si senta all'altezza di Gomez o di un bomber di prima fascia. Il fatto è che la speranza di vederne approdare uno in maglia viola, nelle ultime stagioni, è stata prontamente disillusa. Da Cassano al ben più terrestre Barreto, passando per la punta di diamante: Berbatov. Storia nota, ma i Fiorentini ti direbbero che "repetita iuvant". Affare apparentemente già concluso, saltato per uno scalo di troppo e urticanti intromissioni bianconere. Danno, e pure beffa.

Il preambolo è doveroso ed è alla base dell'atteggiamento conservatore di una parte di tifo. Quella che in queste ore di conciliaboli tedeschi tra la dirigenza viola e quella del Bayern rimane apparentemente impassibile. La stessa che nei giorni scorsi si è consumata letteralmente in scongiuri e gesti scaramantici. Sguardi fulminanti a chiunque dicesse che "Gomez è già nostro" e laconici "Ci credo, forse, quando vedo la firma" sulla questione. Perché se il rischio non è mai scongiurabile, la beffa di ammettere di averci creduto, quella no. La si deve evitare.

Incredibile come si sia potuto confondere una del tutto concepibile tutela dei propri sogni e delle proprie speranze con un profondo senso di negatività e addirittura inadeguatezza dei Fiorentini, definiti incontentabili e pessimisti. Infiniti i tentativi di rassicurazione sulla positività della trattativa viola e sui millemila motivi che dovrebbero spingere Gomez a firmare non solo per la Fiorentina, ma anche per Firenze, per uno stile di vita e per un ambiente. Lodevoli, ma del tutto inutili. Nascosti dietro a spessi strati di pungente ironia e cinico "realismo", noi Fiorentini saremmo i primi a mettere la firma al posto del panzer tedesco. Perché di crediamo un po' tutti, e nonostante si schernisca quelli che lo ammettono limpidamente, ci crediamo dal primo momento. Ma non lo ammetteremo mai. Non prima della fatidica firma.

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