Il tifo è, forse, l'ultima forma di appartenenza rimasta, nel nostro Paese - scrive Repubblica.it -. Certamente più della politica, che suscita emozioni prevalentemente negative. Più del territorio, dei regionalismi e dei campanilismi, raffreddati e confusi dalla globalizzazione. E dalle tecnologie della Rete, che allargano le appartenenze oltre i confini locali. Mentre il legame con il proprio club di riferimento si conferma stretto.
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4 italiani su 10 si definiscono “tifosi”, il 35% tifa Juventus
I "militanti", oggi, costituiscono il 47 per cento dei tifosi
Come emerge dal sondaggio condotto da Demos-Coop nelle scorse settimane, oggi 4 italiani su 10 si definiscono "tifosi". Molti meno rispetto a cinque anni fa, quando i "tifosi" erano oltre il 50 per cento (nel 2010: il 52). Ma, comunque, molti. In crescita, rispetto a due anni fa. Visto che nel 2013 costituivano il 36 per cento della popolazione. Peraltro, in parallelo, è cresciuta la componente di quanti dichiarano il massimo grado di attaccamento alla loro squadra: i "militanti". Oggi costituiscono il 47 per cento dei tifosi. Quasi 10 punti più di un anno fa. E quattro rispetto al 2010.
Insomma, i continui scandali che, da tempo, scuotono l'ambiente del calcio hanno ridimensionato la base del tifo, ma non di molto. Perché sono rimasti i più "fedeli". I più accesi. Quelli che non credono agli scandali, alle maldicenze. Anche quando sono fondate. Oltre metà dei tifosi, d'altronde, ritiene che, rispetto a 10 anni fa, il campionato sia maggiormente condizionato dalle scommesse. E il 42 per cento dalla corruzione. Ma tutto ciò non ha spento le passioni. Tanto meno le preferenze e gli orientamenti.
La graduatoria delle squadre, in base alla quota dei tifosi, risulta sostanzialmente immutata, rispetto agli ultimi anni. Davanti a tutte, come sempre, la Juventus. Che, anzi, ha aumentato la propria base. Ha raggiunto, infatti, il 35 per cento dei tifosi. Spinta dai ripetuti successi: attraverso la squadra, infatti, anche i tifosi vincono oppure perdono. Visto che il campionato è, comunque, argomento quotidiano di discussione: nei luoghi di lavoro e nel tempo libero. A casa, a scuola, e al bar. Su internet. Dopo la "vecchia signora", come in passato, le milanesi: l'Inter con il 17 per cento, il Milan con il 14. La Juve e le milanesi, insieme, costituiscono i due terzi del tifo, in Italia.
La Juventus, peraltro, è "la più amata" dai tifosi del Nord-Ovest, del Centro e del Sud. La seconda, nelle regioni del Nord-Est (dopo il Milan: 28 per cento), del Centro-Sud (dopo la Roma: 32). L'Inter, invece, è radicata nel Centro-Nord, dove si avvicina e talora supera il 20 per cento. Mentre le altre squadre hanno una base di sostenitori maggiormente localizzata, territorialmente. In particolare, il Napoli, che supera il 24 per cento nel Sud. Oltre alla Lazio, più del 16 nel Centro-Sud. Cioè: intorno a Roma. In altri termini, la Juve ha una base "nazionale". Come, in misura più ridotta, Inter e Milan. Trainate, oltre che da successi e dalle tradizioni, anche dalla rivalità con i bianconeri.
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