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4 Agosto 1955, Firenze impazza per l’arrivo di Julinho: i tifosi viola sognano lo scudetto!

64 anni fa sbarcava a Firenze uno dei più grandi giocatori della storia della Fiorentina

Redazione VN

Julinho, che a Firenze veniva anche chiamato "Giulio", "Giulino", o "Julino", fu il principale artefice dello scudetto vinto dalla Fiorentina nel 1955-56.

A differenza di Montuori, Julinho non fu affatto una sorpresa; era già un calciatore affermatissimo, era titolare della nazionale brasiliana, ed aveva incantato Bernardini nel Campionato del Mondo che si disputò in Svizzera nel 1954.

Lo stesso Bernardini ebbe a dire: "Un'ala può arrivare a Julinho, non oltre".

Nei suoi tre anni di militanza in maglia viola tutta l'Italia calcistica poté constatare la veridicità dell'aforisma bernardiniano; uno scudetto stravinto e due secondi posti, sui quali ci sarebbe molto da discutere, furono il bilancio dei tre anni giocati in Italia dal campione brasiliano.

Al termine dei tre anni, nel 1958, "Giulio", vinto dalla "suadade", tornò in Brasile. Qualcuno disse che gli anni iniziavano a pesare anche per lui, e che era iniziata la sua parabola discendente. Non era vero. Infatti, Julinho continuò a giocare in Brasile ad altissimi livelli, vincendo numerosi trofei, e vestendo la prestigiosa maglia verde-oro della nazionale sino al 1965, ovvero sino all'età di trentasei anni.

Ma la Fiorentina e Firenze gli erano rimaste nel cuore, e quando gli si parlava della squadra viola e della città del Fiore si illuminava in volto e gli brillavano gli occhi.

Nel 1978, alla vigilia della partita Fiorentina-Genoa, ultima partita di Campionato e decisiva per la permanenza in Serie A della squadra viola, Julinho inviò un telegramma al suo vecchio compagno di squadra Beppe Chiappella - all'epoca dei fatti allenatore della Fiorentina - con scritto: "Forza Viola!".

Nell'agosto 1981 fu invitato a Firenze, dette il calcio di inizio della partita amichevole Fiorentina-Argentina, e non perse occasione per esprimere tutto il suo amore verso la squadra e verso la città.

Morì nel gennaio 2003, vinto da un male incurabile.

Dopo la sua morte si seppe che aveva fatto dipingere di viola le pareti della sua stanza, e che aveva dato disposizioni affinché sulla sua bara fosse sistemato un labaro viola.

Ah, già, ma che tipo di calciatore era Julinho? Difficile rispondere a questa domanda, forse impossibile. Mi viene in mente soltanto un aggettivo: immenso. E mi viene in mente anche una frase scritta su un vecchio numero di "Alé Fiorentina" da Vinicio Vannucci, che così ebbe ad esprimersi sulle qualità tecniche di Julinho: "Per chi lo ha visto giocare ogni parola è superflua, per chi non lo ha mai visto giocare ogni parola è inutile".

Ciao "Giulino", un grandissimo abbraccio dalla tua Firenze e dalla tua Viola.

"Roberto Romoli

Vice Presidente Associazione Glorie Viola

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