stampa

Sousa, un patto alla volta (ma così non può bastare)

L'editoriale del Corriere Fiorentino a firma Ernesto Poesio: "Meglio concentrarsi sul risultato e dimenticare la prestazione"

Redazione VN

C’è scritto «attenzione, fragile» sul patto della Fiorentina. La cosa deve aver un po’ confuso perché per non rischiare di romperlo sia in campo che in panchina tutti si sono guardati bene dall’agitarsi troppo. Meglio il solito andamento lento a metà tra il rassicurante e l’irritante, col risultato però che i viola hanno rischiato di mandare subito in frantumi anche l’ultimo tentativo (per ora soprattutto comunicativo) di ridare un senso alla stagione. Ci ha pensato allora il solito Kalinic (e un Saponara tenuto in panchina fino a 25 minuti dalla fine) a prolungare la discussione di un’altra settimana, tenendo accesa la fiammella e regalando un po’ di consistenza in più ai buoni propositi elencati da Sousa, Corvino e capitan Gonzalo alla vigilia della trasferta calabrese.

Meglio concentrarsi sul risultato e dimenticare la prestazione dunque, che in realtà sarebbe l’esatto contrario di ciò che chiedono di solito gli allenatori (soprattutto quando perdono). Si può fare però, a patto Paulo Sousa, il tecnico della Fiorentina ieri ha conquistato la seconda vittoria consecutiva in campionato dopo quella contro il Cagliari (eccone un altro di patti) che le due consecutive vittorie all’ultimo tuffo con Cagliari e Crotone (non proprio due corazzate) aiutino quantomeno a recuperare non solo punti comunque decisivi, ma anche quella fiducia e quell’impeto necessario per avere continuità. Un auspicio insomma, anche se a guardare le ultime due gare i segnali non sono proprio confortanti. Un patto alla volta, però. Potrebbe diventare questo il motto della Fiorentina quando tornerà in campo dopo la sosta di campionato. Due settimane in cui tra convocazioni in Nazionale e giorni liberi il primo successo da raggiungere sarà riuscire a tenere alta la tensione di una squadra che, anche a Crotone, ha giocato la solita partita di fine stagione senza mettere in campo quella grinta e quella decisione necessaria per imprimere una vera svolta. Ci penserà allora il calendario a mettere alla prova i buoni propositi e le poche certezze, che siano i gol di Kalinic e la freschezza, anche mentale, di Saponara (che per questo andrebbe forse impiegato con più continuità). Tra quindici giorni al Franchi arriverà il Bologna, avversario che appare in ripresa, e poi sarà la volta della Sampdoria in trasferta. Due impegni non impossibili ma comunque insidiosi, soprattutto se non affrontati con la giusta determinazione. Nel frattempo l’Atalanta dovrà vedersela col Genoa (fuori casa) e con il Sassuolo a Bergamo, mentre il Milan affronterà il Pescara e il Palermo a San Siro e l’Inter la Samp e il Crotone.

Due giornate in cui la Fiorentina potrebbe ancora riuscire a recuperare sulle dirette avversarie per un posto in Europa prima che il calendario torni a farsi più difficile (i viola nelle ultime nove gare dovranno sfidare anche Inter, Lazio e Napoli). Sempre che i viola dimostrino un altro spirito e mettano in campo prestazioni più convincenti. Un patto per volta dunque, o meglio, una partita per volta. Se poi invece la rincorsa dovesse fermarsi rapidamente almeno il conto alla rovescia per la fine del campionato sarà a quel punto meno lungo. Che di per sé sarebbe già un successo.