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Sanchez: “Firenze città pazzesca, qui mi sento a casa. Sousa pignolo oltre ogni limite”

"Firenze è pazzesca. Mi chiedono perché sorrido: perché sono felice di giocare in mezzo a tanta bellezza"

Redazione VN

Su la Repubblica Firenze troviamo un'intervista a Carlos Sanchez di cui vi riportiamo i passaggi salienti: "Dicono che somiglio a Jimi Hendrix, o al giovane Michael Jackson. O a Arnold, il bambino del telefilm. In realtà ho scelto questo taglio solo per distinguermi. L’ho fatto prima del mondiale, quando tutti i giocatori neri hanno iniziato a farsi la cresta. Beh, ho detto: facciamo qualcosa di diverso. Ma che fatica, e quanto mi sfottevano. Ma a me piace così, e anche ai miei bambini. Pure loro hanno il taglio afro".

Lei ha girato un bel po’ di mondo. Molte esperienze, tanta vita vissuta.

"Sono venuto via di casa a tredici anni. Io ero un attaccante, poi l’allenatore mi prese da parte e mi disse: Carlito, sai giocare con tutti e due i piedi, da centrocampista potresti avere fortuna. Beh, sono andato a Medellin e ho dovuto imparare ad arrangiarmi. A lavarmi la roba, farmi da mangiare. Sognavo di diventare un professionista. E alla fine ci sono riuscito e conoscere tante culture diverse mi ha fatto diventare un uomo più ricco interiormente. È stata la mia fortuna".

A Firenze è diventato subito un idolo.

"Qui mi hanno accolto come non mi sarei mai aspettato. Anche i compagni e la società: tutti mi hanno fatto sentire subito importante. E poi i tifosi. Meravigliosi. Mi sento a casa, e forse si vede anche sul campo".

Dopo l’annata infelice dell’Aston Villa è stata una bella rivincita.

"Se mi hanno voluto qui è per le cose buone che ho fatto prima dell’ultimo anno. Io sapevo di aver sempre lavorato duro. Questa possibilità è stata un grandissimo premio".

Per la gente lei è la roccia. E l’antimessi è uno dei suoi soprannomi. Ecco, come si diventa l’antimessi?

"Certi fenomeni è difficile fermarli. E comunque non è un problema di muscoli, ma di cervello".

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Di Sousa che dice?

"Un appassionato di calcio, pignolo oltre ogni limite. Uno che sa anche ascoltare".

Quando è arrivato che Fiorentina ha trovato? Si diceva che non ci fosse entusiasmo.

"C’era eccome. Io uno spogliatoio così unito non lo avevo mai visto. Ci divertiamo, lavoriamo, andiamo in campo convinti di noi stessi".

Cuadrado le avrà parlato di Firenze.

"Mi ha parlato benissimo della società, ma mica mi aveva spiegato che questa città è così pazzesca. Poi mi chiedono perché sorrido: io sorrido perché sono felice di giocare a pallone circondato da tanta bellezza"..

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