stampa

Peccato Fiorentina, ma ora basta un pari

L'articolo di Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino

Redazione VN

Ancora almeno un punto. Da raccogliere in casa con i portoghesi del Belenenses. A meno di un suicidio sportivo insomma la Fiorentina per il terzo anno consecutivo giocherà i sedicesimi di finale di Europa League. Solo che il percorso, stavolta, è stato più difficile del previsto e alla fine quello che sembrava un girone facile ha rischiato di trasformarsi in una trappola. Basta guardare l’equilibratissima classifica alla fine della penultima giornata per capirlo: Basilea 10, Fiorentina 7, Lech e Belenenses 5.

Già, i portoghesi, prossimi e ultimi avversari dei viola che si giocheranno tutto al Franchi consapevoli di avere solo la vittoria come risultato dopo il pareggio per 0-0 contro i polacchi arrivato alla fine di una partita dominata (hanno sbagliato anche un rigore). Una partita, quella contro la terza squadra di Lisbona, che arriverà pochi giorni prima della trasferta di Torino contro la Juventus, non proprio il massimo per una Fiorentina che, tutto sommato, avrebbe meritato di chiudere i conti già in Svizzera. Ma nella sfida alla sua ex squadra per Sousa c’è anche una buona dose di sfortuna (e maledizione). Come all’andata in vantaggio (stavolta anzi un doppio vantaggio), come all’andata un’espulsione e il ritorno degli svizzeri che così chiudono al primo posto il girone nonostante il campo abbia evidenziato una netta superiorità della Fiorentina. Solo che nel calcio non sempre vince il più forte, soprattutto quando gli episodi finiscono per recitare un ruolo decisivo. Come al St Jacob Park di Basilea dove fin da subito si capisce che sarà una serata complicata. Perché la scivolata con tocco di mano in piena area di rigore di Elneny sul dribbling di Ilicic appare un rigore nettissimo che solo l’arbitro slovacco Kruzliak non vede. E perché al 26’ la doppia gomitata (la prima era andata a vuoto) di Roncaglia a Embolo è da ritiro della patente calcistica, un cartellino rosso tanto evidente quanto insensato che peserà non poco (c’è da scommetterci) e negativamente sul rinnovo che l’argentino sta trattando con la società. Fiorentina in dieci dunque.

All’improvviso, proprio mentre stava dominando ed evidenziando tutti i limiti tecnici di un Basilea che solo con il vantaggio numerico inizia a produrre un po’ di gioco e qualche occasione. Ma non sarebbe sufficiente a rientrare in partita perché nel frattempo la Fiorentina trova comunque il raddoppio ancora con Bernardeschi. Serve ancora uno svarione della terna arbitrale per riportare gli svizzeri a portata di pareggio: sul momentaneo 1-2 infatti che arriva allo scadere del primo tempo è netta la posizione di fuorigioco di Embolo che colpisce il pallone di testa prima della ribattuta decisiva di Suchy. La partita allora si fa cattiva, nervosa. Volano cartellini (Gonzalo e Janko se ne danno di santa ragione) e il secondo tempo è più una sfida di nervi che un duello basato sulla tecnica. Proprio quello che alla fine vuole il Basilea, squadra che bada molto al sodo. E così, da un innocuo calcio d’angolo, ecco il pareggio di Elneny da fuori area per il secondo 2-2 consecutivo in quattro giorni dopo quello contro l’Empoli. Pareggio dunque, con i viola che devono accontentarsi di un risultato importante soprattutto pensando alla qualificazione, vero obiettivo di questa prima fase di Europa League. Meglio allora pensare alle note positive di una serata che comunque servirà per crescere. Come nel caso di Bernardeschi alla prima doppietta europea e al terzo gol stagionale. Il numero 10 viola dopo i complimenti di Sousa si è preso anche i riflettori in una partita importante. Ma non solo. Perché la Fiorentina vista a Basilea ha dimostrato che, con in campo gli undici titolari, ha tutto per andare avanti anche nella seconda coppa internazionale.

Alla società adesso il compito di migliorare quelle seconde linee che appaiono troppo distanti dalle prime scelte. Per continuare ad essere protagonisti sia in Italia che in Europa .

Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino