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Jorgensen: “Viola senza coraggio rischia l’imprevedibile”

“Io al posto di Corvino? Macchè…” (COMMENTA)

Redazione VN

Qualcuno c’ha provato. Ha fatto circolare la voce. Martin Jorgensen sorride divertito e conferma. «Sì, l’ho saputo. L’ho letto da qualche parte... Dicevano che potrei essere un buon direttore sportivo per la Fiorentina del futuro...».

Mica male, no? E lei ci ride sopra?

«Ma dai... Sono sicuro che la Fiorentina avrà presto un direttore sportivo bravo e importante. Uno che ha già esperienzia in materia. E poi...».

Poi?

«Io voglio continuare a giocare ancora a calcio e a fare il dirigente, per adesso, non ci penso».

Più facile quindi, rivederla a Firenze in campo, da avversario?

«Facile? Mica tanto».

E perchè?

«Non credo la Fiorentina torni nelle coppe europee, no? Quindi se ci vogliamo ritrovare bisognerà organizzare un’amichevole contro il mio Aarhus».

A proposito di Fiorentina, ma che cosa è successo in questa maledetta stagione?

«Un anno negativo, un anno durante il quale tutto ti va storto lo devi sempre mettere in conto, ma non avrei mai immaginato di vedere questa Fiorentina, dibattersi nella lotta per non retrocedere».

Colpa di chi o di che cosa?

«In certi periodi ho visto una squadra meno coraggiosa del dovuto. In altri meno cattiva rispetto agli avversari. In altri momenti, come domenica a Genova, ho visto una Fiorentina poco fortunata».

Tempo fa lei è tornato a Firenze, ha seguito l’allenamento della Fiorentina, ha parlato con la squadra: il gruppo come le è sembrato?

«La Fiorentina è una buona squadra e lo penso davvero. Lo spogliatoio? Sarebbero bastate due vittorie in più per essere qui a sostenere il contrario, ovvero che il gruppo viola funziona benissimo».

Delio Rossi è l’allenatore della salvezza e anche l’uomo giusto per il futuro?

«Rossi è un tecnico molto preparato e i risultati di Palermo e Roma parlano per lui. Poi, se la prossima stagione sarà ancora lui l’allenatore della Fiorentina io questo non lo so e non lo posso dire. E comunque mi pare che Firenze, in questo momento lo stia mettendo un po’ sotto pressione...».

Jorgensen, provi a sentirsi compagno di squadra di Amauri: cosa gli direbbe per non farlo cadere nella depressione del bomber che non segna?

«Di pensare il meno possibile al gol che non arriva e che senza questo tipo di tensione, presto gli tornerà facile arrivare nella porta avversaria».

Riccardo Galli - La Nazione