Ferrara scrive: “Simeone, tanto cuore ma poche occasioni. Pioli pensa alla svolta”

Quanta fretta ma dove corri, dove vai. Sì, Cholito, non è che forse esageri un po’ con tutta quella garra? Però quanto ci piace il cuore. Che spesso nasconde una tecnica ancora da affinare e un istinto che ha la meglio sulla saggezza. A ventidue anni ci può stare. E poi non sarà mica tutta colpa tua. Un attimo: a Torino Simeone ne ha strusciati pochi di palloni: ha corso tantissimo e non ha mai tirato in porta. Ma Higuain non ha fatto meglio. Tatticamente quella non era una partita nata per far felici i centravanti. Palloni sporchi, traffico in tilt, da una parte all'altra. E comunque la Fiorentina era stata messa in campo confidando nelle ripartenze. Che non ci sono state, a parte quando lui, Giovanni Simeone in arte Cholito, non è andato a sbattersi per recuperare qualche pallone secondo la vecchia regola: se la palla non va dall'attaccante, l’attaccante va a cercarsela.

Un contrasto vinto con la bava alla bocca e poi? Poi la solitudine dei numeri nove delle squadre povere che giocano nello stadio delle squadre ricche. (...) Una riflessione sul Cholito va fatta, anche pensando al futuro immediato, al fatto che non è Kalinic, che non è un uomo squadra e che un opportunista come lui ha bisogno di non sentirsi solo per dare il meglio di sé. D’altra parte a Genova aveva vissuto il suo periodo migliore accanto a Ocampos. Poi Juric aveva spostato più avanti Rigoni per dargli una mano. (...) La Fiorentina si è buttata su di lui perché voleva un centravanti così: giovane, esuberante, entusiasta e letale. Sì, insomma, a volte e se non lo lasciano solo. (...) Adesso il buon Pioli deve cercare di far funzionare il ragazzo al meglio per ritrovare subito la sua squadra. (...) Se l'arrivo di Thereau aveva sicuramente dato una mano al ragazzo argentino, il ritorno di Saponara può essere fondamentale per dare più concretezza a tutta quell'energia spesa. Poi c'è sempre l'arma Babacar. Che è la sua alternativa, però. (...)