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Ferrara scrive: “Infortuni e flop, la maledizione infinita dei terzini viola”

I nuovi non convincono, gli ex volano. Da Biraghi a Gaspar, da Laurini a Maxi Olivera: il problema resta ancora irrisolto

Redazione VN

C'erano una volta i terzini. Destri, sinistri, come li volevi tu. C’erano perfino le alternative: De Silvestri o Comotto, Alonso o Pasqual. (...) Già, che ce ne facciamo di Pasqual, che è “vecchio” e poi mica è Marcelo. Certo, ha dato tutto per la Fiorentina. E la Fiorentina ha dato molto a lui. Quindi addio, perché noi siamo forti. Salutiamo Manuel e vendiamo in tutta fretta Alonso, perché un venticinquino per un terzino solo quelli della Premier te lo danno. A noi questi giocatori non interessano. Noi abbiamo grandi idee, perché siamo furbissimi: Maxi Olivera, per esempio. Cinque milioni spesi bene. Poi Milic, uno finito dall’analista insieme al suo allenatore, prima di emigrare altrove, sempre come il suo tecnico. Lui in Turchia, Sousa in Cina.

E una volta, cioè tre mesi fa, c’era anche Tomovic, ora in esilio al Chievo. Una valanga di sette in pagella per aver fermato Mertens. Storie strane della vita. Il fatto è che quella del terzino è diventata una maledizione. Prima il problema era a destra, poi c’è stata la strepitosa rivoluzione di Corvino, che magicamente ha catapultato il problema a sinistra. Perché dopo il tracollo esistenziale del povero Nenad, Pioli ha visto i suoi capi e ha fatto capire con pacata chiarezza che da una parte Maxi Olivera era affidabile come un investimento nella vecchia banca Etruria, dall’altra Gaspar era forte, sì, nel senso che andava veloce, ecco, ma il lavoro di terzino era un’altra cosa e un po’ di pratica ci sarebbe stata bene.

Buffo, no? Sono anni che il problema esiste e anni che si fa finta di niente. Certo, quando il buon allenatore ha capito come stava messo, i suoi formidabili dirigenti si sono mossi alla svelta. Con un doppio target: serve un terzino che costi nulla e guadagni poco. Quindi basta sfogliare il catalogo della B ed escludere Pasqual. Pioli aveva già capito che si doveva volare bassi, perché il progetto è quello che è. Quindi Laurini e Biraghi vanno benissimo. I due, appena retrocessi, quasi non ci credevano. (...) Ora Biraghi rischia di diventare il caprio espiatorio di un momento non facile. Un nuovo Tomovic. Ma se la società non ha mai voluto investire seriamente sui terzini mica sarà colpa sua. (...)

L'articolo integrale di Benedetto Ferrara in edicola con La Repubblica

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