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Diakhaté, così è rinato il talento smarrito

Oggi la Finale della Viareggio Cup, con Diakhaté che vuole essere protagonista e riprendersi la scena dopo l'ascesa con Sousa e il ritorno in Primavera

Redazione VN

Chissà cosa avrà pensato quando ancora sedicenne Paulo Sousa nel 2015 lo portò con sé nel ritiro estivo di Moena. Abdou Diakhaté fu notato da un osservatore della Fiorentina mentre giocava con gli amici in piazza e lo portò a fare un provino. Lui stupì tutti e segnò cinque gol e Sousa, che un anno più tardi avrebbe lanciato Federico Chiesa, mise gli occhi su di lui. Sull'edizione fiorentina di Repubblica si ripercorre la parabola del talento della Primavera, l'ascesa e poi il ritorno "sulla terra": aggregato alla prima squadra, Sousa lo convocò per la sfida di Europa League contro il Lech Poznan, una panchina di prestigio e il ritorno in Primavera. Qualche atteggiamento sbagliato di troppo e puff, come quando ti risvegli all'improvviso da un sogno meraviglioso.

Il carattere è l'aspetto sul quale ha dovuto lavorare maggiormente in questi anni: chi conosce il senegalese, però, garantisce che il ragazzo ha capito gli errori e che non si farà scappare un’altra occasione. Il rinnovo sotto la direzione del potentissimo agente Mino Raiola non è passato inosservato. La stoffa c’è, inutile far finta di niente e semmai c’è da chiedersi perché in una Fiorentina che l’anno scorso è ripartita dopo una mezza rivoluzione il nome del senegalese non figurasse tra i convocati per il ritiro estivo.

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