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Capezzi e Fazzi: quei talenti spezzati

Pizarro considerava il centrocampista classe '95 il suo erede

Redazione VN

Disse Oscar Wilde: «Se non ci metterà troppo, l’aspetterò tutta la vita ». Eppure qualcosa - scrive la Repubblica - dev’essersi spezzato nel filo rosso (pardon, rossoblu) che ha legato Fiorentina e Crotone negli ultimi anni. Una cantera, quella calabrese, che dopo il ritorno nel campionato cadetto ha rigenerato e valorizzato i giovani provenienti dai vivai delle prime squadre. Pensi a Bernardeschi e rifletti su quanto sia maturato quel ragazzo di Carrara che una volta trascorsa tutta la trafila delle giovanili a Firenze, prende e se ne va in Calabria. Trascinando a suon di reti, saranno 12 nella stagione 2013/2014, gli Squali fino alla lotta playoff. Traguardo storico, ma non quanto quello raggiunto l’anno scorso dal Crotone. Una promozione che pareva soltanto un sogno. E se Bernardeschi, che adesso porta il numero dieci viola sulle spalle, lo ha soltanto sfiorato, Leonardo Capezzi ci si è tuffato con tutti e due i piedi. Lui, il centrocampista nato a Figline Valdarno nel ’95, che si veste di viola poco più che bambino. Il debutto in prima squadra in una trasferta d’Europa League sul campo del Pandurii, in Romania. Montella che gli concede qualche minuto, Pizarro stravede per lui: «Il mio erede? Lo abbiamo in casa, è Leonardo», disse il cileno. I tifosi attendono con ansia la sua crescita e Capezzi, dopo una ottima annata a Varese, sceglie la strada dell’amico “Fede”. L’anno scorso una stagione da stropicciarsi gli occhi. Quasi sempre titolare, punto fermo di quella formazione che avrebbe incantato e sorpreso tutti. Juric lo schiera interno a sinistra nel centrocampo a quattro del Crotone. Poche apparizioni per un altro prodotto del vivaio viola, Nicolò Fazzi, che passa a gennaio dalla Virtus Entella ai rossoblu. Ma Capezzi cresce e si diverte, diventa un idolo della tifoseria e tutto pare pronto per il suo ritorno a Firenze. Già, ma qui qualcosa si spezza. La Fiorentina non è disposta ad accettare l’adeguamento dell’ingaggio, troppo il milione lordo a stagione per cinque anni richiesto. Così i calabresi lo riscattano a 800 mila euro. Rimarrà con lui anche Fazzi.