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Bernardeschi, che stress tra contratto e voglia di stupire

In Inghilterra rilanciano l'interesse del Chelsea su input diretto di Conte

Redazione VN

Berna, perché? Perché incaponirsi a tirare un rigore che Babacar si era guadagnato, anche con un po’ di mestiere, per un fallo di D’Ambrosio? E, soprattutto, perché tirarlo così? Difficile dare risposte certe e - scrive La Nazione - capire cosa può essere passato nella testa del talento viola, diviso tra la voglia di essere ancora decisivo per legittimare una proposta di contratto all’altezza di un giocatore in grado di determinare l’esito di un incontro. Forse per la prima volta, Fede ha toccato con mano quanto possa pesare la responsabilità di avere sulle spalle le sorti della squadra, magari davanti a chi sarebbe disposto a fare follie pur di strapparti alle tue radici. Quelle che ti hanno fatto crescere e ti stanno facendo diventare adulto, perdonandoti anche gli errori, come ha fatto Astori correndo ad abbracciare Berna in panchina dopo aver segnato il gol del pareggio. Anche imparando da questi gesti si diventa grandi.

Il ragazzo ha la stoffa e la testa giusta per capire le lezioni. Apprezzato da tutti il gesto al momento di uscire, quando Bernardeschi ha chiesto scusa a tutto lo stadio e alla squadra per aver calciato in maniera sciagurata il rigore. Un cucchiaio a metà tra il ‘vorrei ma non posso’ o, forse tra il ‘mi piacerebbe, ma ancora non riesco’. Perché i rigori si possono anche sbagliare, ma è come reagisci dopo gli sbagli che si capisce se il futuro è tuo oppure si è trattato di un grande abbaglio.