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Vista dalla Fiesole: “Febbre (viola) a 90°”

ll Franchi esulta per i tre punti e festeggia al meglio il 90° anniversario dalla fondazione della Fiorentina

Redazione VN

In una calda serata, a Firenze torna il calcio: si gioca Fiorentina-Chievo, anche se l'evento più atteso riguarda i festeggiamenti per i 90 anni dalla fondazione della società; la festa sarà comunque in toni più bassi, dato il pesante sisma che ha colpito il centro Italia. La città ha risposto adeguatamente, e i viali nei dintorni dello stadio sono affollati di mezzi e di persone: c'è voglia di Fiorentina. “Maremma quanta gente c'è” - “Bada che code” - “Tanto dalla prossima non ci sarà più un cane!”: l'odore dei baracchini davanti alla Fiesole pervade tutto il piazzale, mentre tra la folla cerchiamo di arrivare ai tornelli. Entrati, ci riconciliamo con la nostra vecchia cara curva, ma, finiti i romanticismi, ci accorgiamo subito che già a un'ora e mezzo dall'inizio della partita le gradinate sono pienissime: ci accontentiamo di una postazione laterale, dalla quale notiamo subito il gradito ritorno dei tamburi in balaustra; “C'è i tamburi!” - “Ma non è che li tengono solo per oggi?” - “Speriamo di no dai!”. Campeggia rivolto verso la curva uno striscione eloquente: “- Facebook + tifo”.

Si alzano le bandierine dai seggiolini e riparte la magia: risuona la Canzone Viola, mente si estende per tutta la Fiesole una magnifica coreografia che accompagna le squadre sul terreno di gioco; “Senti là che tifo” - “Che bello”. Finalmente si fa sul serio: fischia l'arbitro e ricomincia la stagione viola al Franchi; lo stadio è una bolgia che sostiene la squadra della sua città. “Che c'è belle un morto?” - “È Vecino”: l'uruguaiano lascia subito il terreno di gioco, al suo posto Badelj. “Bada come viaggia Otello!”- “Anche ilicic sembra bello lanciato” - “Sanchez è un bel torello”: la Fiorentina attacca in blocco e convince, ma non riesce a concretizzare; “Bisogna marcare!”. Angolo di Ilicic, Sanchez incorna e il primo boato della stagione è servito: “Te l'avevo detto che marcava Carlos!” - “Bene così”; la gara si sblocca in favore dei viola e la torcida contagia tutto il Franchi. Subito dopo brutto colpo per Tata: “Maremma che fiammata che ha preso in capo” - “Che tronata!”; dopo qualche minuto di paura il numero dodici viola si rialza, ma successivamente chiede il cambio in favore di Lezzerini. “Nooo!” - “Sembrava dentro!”: la Viola va vicino al secondo gol, prima con Sanchez e poi con Alonso; l'arbitro fischia due volte e manda tutti a riposo.

Dopo un breve intervallo, si riparte: i nostri ballano subito un po' in difesa, con Lezzerini costretto al miracolo su conclusione ravvicinata di Inglese; “Oh che è successo?” - “Non c'ho capito nulla” - “Pare abbia fatto un miracolo i'Lezze!”. Squadre lunghe: Kalinic in aria serve Ilicic che da buona posizione mette di poco a lato; “Porca Eva questa l'avevo data già dentro” - “Lì Josip di solito non la sbaglia”. “Non ci credo, un altro morto!”: Sanchez esce per crampi, entra Bernardeschi, mentre nel frattempo Inglese impegna nuovamente Lezzerini; “Sta' a vedere che alla fine si piglia”. Occhi sugli spalti: spunta in Fiesole uno striscione per Borja Valero (“Le bandiere non si vendono, si blindano”) e la curva intona a gran voce il suo nome: “C'è solo Borja Valero!”. Dopo una punizione dal limite calciata alle stelle, Ilicic va a colpire la traversa interna da posizione defilata: “Madonna che s***o!” - “Bastava la passasse al centro per Kalicic!” - “Da' retta, da lì e si tira!”. Ultimi giri d'orologio e il Chievo continua a spingere: la paura che la festa per il novantesimo viola possa essere rovinata dagli ospiti sale notevolmente; “Liberalo quel pallone!” - “Che si prova a uscire?” - “Dalla via maremma laida!”. Dopo quattro minuti di recupero, finalmente il triplice fischio: primi tre punti della stagione e adesso, tutto pronto per la festa; “Ovvia, ora mi siedo e mi metto ai' cine”.

Sfilano i rappresentanti di Libertas e Club Sportivo, i fiorentini nel mondo, tutti i viola club con i loro bandieroni: la Fiesole accompagna la loro camminata cantando “Noi siamo la Fiorentina”. Successivamente sfila il corteo storico del calcio in costume, mentre dagli spalti si levano cori retrò per Rui Costa, Batistuta e anche Pusceddu. Poi finalmente il momento più atteso, l'ingresso in campo delle glorie viola seguito dagli immancabili applausi di tutto lo stadio: il Franchi si infiamma al passaggio di tutti i campioni(super accoglienza per la top 11 scelta dai tifosi, ma anche Frey, Mutu, Riganò e Jorgensen scaldano l'ambiente; peccato per le assenze di Rui, Bati e Baggio), anche se l'arrivo di Antognoni ha il suo fascino e un posto privilegiato nei cuori viola; “Insomma via, ci volevano far commuovere e in parte ci sono riusciti”. Cala il sipario sul palcoscenico dei 90 anni viola, e tra qualche lacrima e un po' di commozione, il popolo gigliato torna a casa orgoglioso della sua squadra, della sua città, della sua fiorentinità.