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Vincere soffrendo: la Fiorentina supera l’esame. Tre punti di cuore e carattere

La Fiorentina ha vinto sapendo soffrire, soprattutto nel pressing finale del Bologna. Magari con un atteggiamento da “provinciale” visto il 5-4-1 schierato da Pioli, ma contavano i tre punti, non come ottenerli

Stefano Niccoli

Bene, bravi, bis. Serviva la conferma in un test più probante di quello di Verona per capire se la Fiorentina avesse imboccato la strada giusta o no. E la conferma, contro il Bologna, è arrivata. In una partita complicata, scorbutica, come ce l’aspettavamo alla vigilia. Alla fine, però, i viola hanno conquistato una vittoria preziosa. Da zero a sei punti nel giro di due giornate. L’aria è tornata più respirabile. Un successo di qualità – i gol di Chiesa e Pezzella sono stati due chicche – e di sofferenza. Pioli può sorridere su questo punto di vista perché i suoi ragazzi hanno tenuto botta al pressing finale del Bologna. Certo, ci è voluta un po’ di fortuna sul palo colpito da Palacio, ma nel calcio conta anche la buona sorte. Il tecnico è stato chiaro nel post partita: “Saranno più le partite che vinceremo soffrendo piuttosto che 5-0”.

Pur non brillando, la Fiorentina ha vinto di squadra. Magari con un atteggiamento da “provinciale” negli ultimi minuti di gara visto il 5-4-1 schierato da Pioli, ma contavano i tre punti, non come ottenerli. L’ingresso di Vitor Hugo al posto di Thereau al 77’ è stato azzardato perché ha abbassato il baricentro della formazione gigliata, dando così più campo al Bologna. La mossa, però, ha pagato. I tre difensori centrali – il brasiliano, Astori e Pezzella – affiancati da Biraghi e Bruno Gaspar hanno alzato il muro, lasciando ai rossoblù solo la chance di Palacio sopra citata.

Tanto cuore e tanto carattere. E’ anche con questi due “ingredienti “ che la Fiorentina ha vinto. Probabilmente il successo di sabato è ancor più importante di quello di Verona. Perché, come scritto all’inizio, serviva una riprova in un test più probante, perché il Bologna era reduce dalla buona partita disputata contro il Napoli e infine perché spesso, la scorsa stagione, la Fiorentina si è “impantanata” in match simili.

S’impara soffrendo. Chiesa & co. ieri lo hanno dimostrato. La Juve, adesso, fa un po’ meno paura.

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