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Vecino e un rientro a tutta birra. E ora Sanchez e Badelj tremano

L'ottimo ritorno da titolare di Vecino è stato oscurato dalle prestazioni super degli attaccanti. Ma l'importanza dell'uruguaiano non è da sottovalutare...

Simone Bargellini

La copertina per Kalinic, gli elogi per Bernardeschi e i segnali incoraggianti di Tello. Sono queste le tre fotografie (positive) che rimangono negli occhi dalla trasferta di Cagliari, insieme a qualche frittata difensiva che è meglio rimuovere in fretta. Giusto che sia così perchè nel calcio fanno la differenza soprattutto quelli che segnano o che propiziano le reti. Ma c'è un'altra nota molto lieta, seppur meno vistosa, che risponde al nome di Matias Vecino. Non giocava titolare dalla prima giornata allo Juve Stadium (20 agosto) perchè poi era arrivato l'infortunio che aveva aperto le porte a Carlos Sanchez, bravissimo ad impadronirsi del posto.

Vecino ha aspettato il suo turno e si è fatto trovare pronto sia a Liberec che, soprattutto, al Sant'Elia dove è stato il giocatore che ha corso di più di tutta la partita: 12,235 km percorsi, per la precisione. Un apporto fondamentale in una Fiorentina piena di giocatori offensivi dove alla corsa e alla sostanza doveva badare soprattutto l'uruguaiano classe '91. Dopo l'exploit della scorsa stagione da mediano puro, adesso Vecino, nel turnover di moduli che il tecnico sta adottando di partita in partita, si presta benissimo - forse anche meglio - al ruolo di mezzala destra in un centrocampo a 3, visto ad esempio in Repubblica Ceca. Difficile pronosticare se sarà della partita domani col Crotone, ma una cosa è certa: raramente Sousa farà a meno di lui.

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