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IndispenBadelj

Col tempo Badelj è diventato fondamentale per la Fiorentina. A Basilea si riparte anche da lui...

Stefano Rossi

Riavvolgiamo il nastro: soltanto un anno fa Milan Badelj era uno dei più grossi punti interrogativi della Fiorentina. Sui motivi del suo acquisto si erano sparse leggende metropolitane, sul suo bagaglio tecnico erano stati espressi dubbi diventati troppo presto sentenze. Che il tempo ha rovesciato. Oggi Badelj, insieme a Vecino, forma una diga estremamente preziosa per l'economia del gioco viola. Rispetto al compagno di reparto è meno dinamico ma più acuto nei tempi di gioco. Non è un fulmine, è vero, ma quando riceve il pallone sa già dove e come smistarlo. Evita di portarlo a spasso al piccolo trotto e quindi spesso riesce a scongiurare il pericolo di perderlo in zone del campo pericolose. Quando succede è reattivo nel commettere un fallo tattico che gli costa qualche cartellino di troppo, come in Fiorentina-Genoa quando ne ha rimediati due ed è stato espulso.

Arrivato con la candidatura alle elezioni per il ruolo di vice Pizarro, Badelj ha trascorso i primi mesi a Firenze come apprendista dietro le quinte. Di positivo, nella prima parte dell'esperienza viola, ci fu solo una partita contro il Guingamp al Franchi dove però la comitiva francese dimostrò grossi limiti lasciandogli ampi spazi. La seconda parte della passata stagione è stata un continuo crescendo confermando come, nella valutazione del giocatore, ci fosse un vizio di forma. Al fianco di Pizarro il suo rendimento, specie da ruba palloni, è sempre stato più che accettabile. Insieme a Vecino è diventato di alto livello e non è un caso che la sua assenza contro l'Empoli abbia fatto emergere difficoltà nella metà campo viola.

Domani sera contro il Basilea si ripartirà anche da Milan, nel frattempo diventato un giocatore indispensabile per gli equilibri della squadra, per le aperture di gioco e per le sue verticalizzazioni sia sul breve che in campo aperto. Il Basilea può vantare uomini rapidi in attacco e proprio per questo l'abilità di rompere il gioco e di recuperare palloni grezzi a metà campo sarà fondamentale. Poi talvolta potrebbe bastare un'occhiata e un urlo verso gli attaccanti per creare un occasione pericolosa e fare gol. Fortuna vuole che la lingua di Kalinic sia la stessa, in campo e fuori.