Tra sostituzioni e clausola: Bernardeschi sta diventando un caso

Salviamo il soldato Bernardeschi. L'auspicio è d'obbligo alla luce di quanto sta accadendo intorno al gioiello viola. Da un lato il campo che, ormai costantemente, il trequartista della Fiorentina saluta anzitempo. Ieri con il Cagliari è arrivata la 18esima sostituzione stagionale su 27 presenze da titolare. Non basta perchè nel 2017 il Berna non è mai riuscito a disputare una partita per intero (se si eccettua il match di Coppa Italia contro il Chievo). Numeri eloquenti anche di un rapporto con Paulo Sousa che sembra essersi incrinato. E quando ieri il tabellone luminoso ha indicato ancora il numero 10, Bernardeschi non ha rivolto neanche uno sguardo al tecnico che in questi due anni ha saputo valorizzarlo e farlo sbocciare definitivamente. Mentre dal Franchi arrivavano fischi per il portoghese, così come era avvenuto al cambio durante la partita col Borussia Monchengladbach.

Il campo e il rinnovo, temi che si intrecciano visto che proprio Sousa aveva sollevato dubbi sulla volontà della Fiorentina di tenere il suo campioncino. Ieri Corvino ha provato a gettare acqua sul fuoco, ma alla fine il suo intervento ha avuto l'effetto contrario. Il dg viola, oltre a replicare alle parole del suo allenatore, ha detto: "Non è il club che chiede di inserire la clausola, rivolgetevi a chi la chiede". Quasi come se volesse puntare il dito su Bernardeschi e il suo entourage, sebbene l'intento di Corvino fosse difendere l'operato della società. Sta di fatto che il tema del rinnovo resta un nodo fondamentale per le strategie viola perchè l'attuale contratto scade nel 2019 e senza prolungamento la Fiorentina dovrebbe valutare seriamente già questa estate l'ipotesi di una cessione per non rischiare di arrivare ad un solo anno dalla scadenza, in una posizione di debolezza rispetto al mercato.

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