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Senza la cessione di Chiesa, i giovani non possono essere solo una suggestione

Il budget non è ampio ma la Fiorentina può non cedere i pezzi pregiati: a un patto, però, che non è un compromesso

Giacomo Brunetti

"La necessità imposta dall'esterno turba, eccome. I vari fattori che influenzano le strategie, però, non lasciano scampo. Il CdA deve ancora ufficializzare la cifra, ma Pantaleo Corvino e il comparto tecnico conoscono già i paletti entro i quali muoversi. Non sarà una campagna d'oro, che neanche avrà l'obbligatorietà di cedere un pezzo pregiato. I dieci milioni di euro messi a disposizione - sebbene arricchiti dal tesoretto degli esuberi, già in attivo grazie alla plusvalenza e all'ammortamento di Gaspar - non bastano per lenire le ferite tecniche sofferte dalla Fiorentina nel campionato appena conclusosi.

"Il taccuino riporta esigenze chiare, specialmente in tre ruoli: portiere, regista ed esterno d'attacco sono priorità. Assolutamente. Senza certezze in tal senso, programmare sarà difficile. Li ha chiesti l'allentore, sono la risposta più ovvia e immediata: elementi pronti, le scommesse sono già state plasmate. Dunque, nonostante l'aumento dovuto alle vendite, il margine di manovra sul mercato non sarà poi così ampio. A meno che non venga venduto Chiesa. O Veretout, o Pezzella. E se per l'argentino la partenza appare improbabile, per il francese gli interessamenti ci sono: troppo importante, però, nell'economia del centrocampo.

"Fuori dagli schemi c'è 'Fede'. Perché per gli altri due possono essere erette barricate, per lui no. La cessione sarebbe dolorosissima, ma dinnanzi a certe cifre è impossibile mostrare l'orgoglio. Considerando anche il rischio svalutazione, prendendo spunto dalle scelte di Cairo con Belotti. La ferma posizione della società viola, in merito, sembra essersi sgretolata negli ultimi giorni, dopo i ripetuti attacchi dai vari fronti d'Italia. Un introito da circa sessanta milioni muterebbe radicalmente tutte le dinamiche. In caso contrario, affidarsi agli elementi cresciuti in casa non potrà solamente essere un gioco da fantaformazione, da bar, sarà un'esigenza finanziaria: i giovani non sono suggestione, bensì realtà. E nella Primavera caduta in finale almeno tre profili - escluso Cerofolini, i cui ragionamenti tra ruolo e crescita impongono maggiore freddezza - sono pronti per fungere non tanto da titolari, quanto inizialmente da comprimari. Perché i milioni spesi per giocatori scadenti sono ancora lì, a bilancio, a frenare la Fiorentina. E la linfa portata dalla linea verde sarebbe di tutt'altro rango: nell'entusiasmo, nell'affezione alla squadra, ma anche - e soprattutto - in campo.

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