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“O risorgiamo come squadra o cederemo, un centimetro alla volta”

La Fiorentina deve provare a cambiare marcia fin dalla partita di Europa League contro lo Slovan. Tre punti in Repubblica Ceca. Una non vittoria, però, non farebbe altro che alimentare le critiche dei tifosi

Stefano Niccoli

“Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo, un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta”. Parlava così Tony D’Amato, alias Al Pacino, nel celebre discorso allo spogliatoio del film “Ogni maledetta domenica”. Parole, probabilmente, fin troppo dure, quasi catastrofiche se messe in relazione alla Fiorentina, ma che spiegano bene il momento che stanno vivendo i viola. All’orizzonte non c’è nessun rischio di disfatta, su questo punto di vista è bene non farsi assalire dal pessimismo cosmico di leopardiana memoria, ma non c’è dubbio che la formazione gigliata debba provare ad uscire dal torpore e a cambiare marcia. Insomma: a risorgere, come diceva Al Pacino nella pellicola del 1999 diretta dal maestro Oliver Stone. A cominciare dalla partita di giovedì contro lo Slovan Liberec in Europa League. Gara non certo impossibile che la Fiorentina dovrà cercare di portare a casa, anche non giocando bene. I risultati, adesso, contano più del solito. Per pensare all’estetica ci sarà tempo.

Un eventuale successo in Repubblica Ceca non risolverebbe tutti i problemi, ci mancherebbe, ma allenterebbe un po’ di tensioni, fuori e dentro lo spogliatoio. La pazienza dei tifosi sta finendo, i fischi dopo lo scialbo 0-0 contro l’Atalanta sono lì a testimoniarlo. Per questo i tre punti sarebbero un’importante medicina. Una non vittoria, però, – per di più contro una squadra terzultima nel proprio campionato – non farebbe altro che alimentare le critiche della piazza. Mettersi alle spalle questo periodo diventerebbe ancor più complicato. Il tutto a pochi giorni dall’insidiosa gara contro il Cagliari, con il morale a mille dopo la bella impresa di San Siro con l’Inter.

I giocatori devono dimostrare di avere gli attributi, su quest’aspetto il Franchi è stato chiaro domenica. Lo stesso discorso vale anche per Sousa e non solo in ottica Slovan Liberec. Il portoghese tiri fuori la grinta e provi, magari, a “trasformarsi” in Tony D’Amato.

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