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Muriel a I Signori del Calcio: l’intervista al colombiano, che si racconta tra passato e presente

L'intervista all'attaccante colombiano che ripercorre le tappe della propria carriera

Redazione VN

"Luis Muriel si racconta attraverso il programma 'I Signori del Calcio', in onda su Sky. Il calciatore della Fiorentina ha parlato a tutto tondo della propria vita, tra campo ed esperienze.

Da piccolo? A Natale mi aspettava sempre un pallone, ogni volta. Un regalo e, accanto, un pallone. Dopo un torneo a Barranquilla ho capito che potevo arrivare oltre, fui capocannoniere a 14 anni. La squadra di un'altra città, il Deportivo Cali, mi chiamò subito. Lì ho iniziato a giocare. La mia vita si divideva tra calcio e scuola, mia mamma non mollava sull'aspetto scolastico. E a Cali non voleva mandarmi. I soldi ci mancavano per tante cose, ma eravamo felici. Da piccoli abbiamo dovuto fare dei lavori, ma il tempo per giocare non mancava. Vendevo biglietti per la lotteria, i soldi non mi bastavano per pagarmi l'autobus per andare al campo. A volte, per strada, me ne vergognavo

"La Colombia? Gli devo tutto, penso al passato, al presente e al futuro. Da lì ho preso tutte le forze che ho adesso, per me la Colombia rappresenta tutto. Nel futuro in testa vorrei che le mie bambine conoscessero le loro origini, anche se adesso è difficile. Stanno crescendo con un'altra cultura. Quando penso alla Colombia trovo le forze per fare sempre meglio e far diventare la Colombia orgogliosa di me e di rappresentarla al meglio. Quando ho iniziato a giocare e segnare, ogni domenica usciva sempre il mio nome da tutte le parti. Alla quarta, quinta partita uscivano voci che mi accostavano ad ogni squadra diversa. Lì inizi a sognare. Dalla quinta, sesta partita, da quando ho iniziato a segnare, tutto è cominciato a diventare una realtà. Tifo la squadra della mia città.

"Granada?Avevo diciotto anni, dovevo fare esperienza. Capii che era la soluzione migliore, mi avevano parlato bene della città e del progetto. Stavano formando la squadra per salire in prima divisione, è stata un'esperienza bellissima.

"Udinese colombiana?L'Udinese in Colombia si sentiva tantissimo, perchè in quei due e tre anni ci sono andati tanti colombiani: Zapata, Abel Aguilar, Cuadrado, Armero. Se l'Udinese fosse stata disposta entro un mese a comprarmi aveva la priorità e, allora, ho aspettato fino all'ultimo che si facessero avanti ed è arrivato il contratto.

"Lecce?Un anno incredibile, insieme a Cuadrado. Mi ha aiutato a fare ciò che ho fatto, a conoscere l'Italia. Pensavo a giocare e divertirmi. Ricordo un gol alla Roma, in casa, e quello a 'San Siro' contro l'Inter. Creavamo le esultanze sulla musica ascoltata dal figlio di Piatti.

"Ritorno a Udine?I sei mesi successivi sono stati i più belli che ho dodici o dodici reti in campionato, in sei mesi. Non ho avuto la forma e la forza di confermarmi. Davo per scontato di dover giocare, non era così. Mollare in quel momento è stato il più grande errore.

"La Sampdoria?Volevo cambiare aria, ho trovato il calore della gente. Il mare... Ho fatto tante belle partite e tanti gol. Ricevo ancora tanti messaggi da parte dei tifosi della Samp.

"Il Siviglia? Arrivare in una squadra che negli ultimi anni aveva vinto tantissimo in Europa mi permetteva di fare un ulteriore salto di qualità. La città è bella, ci siamo trovati molto bene. Anche io lì vivevo bene. Nell'ultimo periodo, quando magari mi aspettavo di avere più continuità, ho pensato di provare da un'altra parte.

"La Fiorentina? In questi due mesi sono stato accolto benissimo, e questo mi sta aiutando ad esprimermi al meglio. Era quello che cercavo, anche per questo ho scelto Firenze e la Fiorentina. Ho ancora sogni da realizzare, uno di questi è diventare grande insieme alla Fiorentina. Voglio realizzare ancora tanti sogni a ventisette anni.

"La scelta? Quando è venuta fuori per la prima volta la possibilità di venire alla Fiorentina erano i primi giorni di dicembre e ancora non sapevamo niente del Milan, avevo parlato con il direttore e avevo quasi promesso che sarei venuto a Firenze in caso di buon esito dell'affare e così è stato. Poi nell'ultimo periodo, prima di arrivare qui, è arrivata ancora la chiamata del mio agente per avvisarmi del Milan e che c'era la possibilità di andare da loro. La decisione era mia e non ho dubitato tanto, anche se per un momento, per la storia e per quello che rappresenta il Milan, con la mia famiglia un po' il pensiero l'ho fatto. Però avevo già parlato con il direttore e avevo già in mente di venire a Firenze.

"Firenze? Mi ha regalato emozioni, ho subito sentito il calore. La gente si aspettava tantissimo. È stato bello sentire l'appoggio fin da subito. L'esordio al 'Franchi' è stata la cosa più bella che potesse capitare. Arrivare a gennaio non è semplice, non mi aspettavo di partire così. Merito del mister e del gruppo che ho trovato».

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