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Montella, Commisso e il closing nel destino: tre anni dopo l’Aeroplanino è punto e a capo

Il dejavù di Vincenzo Montella: le situazioni sono totalmente diverse, ma l'esito sarà lo stesso

Stefano Niccoli

Ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma sta di fatto che il termine "closing" è entrato nel vocabolario di Vincenzo Montella da ormai più di tre anni. Cambi di proprietà a tinte rossonere prima, viola poi. E' lo strano scherzo del destino. Nel 2016 le voci relative al passaggio di consegne da Silvio Berlusconi a mr. Li erano all'ordine del giorno. L'Aeroplanino fu bravo a isolare la squadra dagli spifferi. La formazione rossonera, composta da pochi giocatori di qualità, si rese protagonista di una prima parte di stagione più che positiva veleggiando nei quartieri alti della classifica. Il culmine arrivò il 23 dicembre con la conquista della Supercoppa Italiana contro la Juventus a Doha.

Nell'aprile 2017, all'antivigilia del derby (pareggio di Zapata al 97'), ecco il tanto atteso closing. Per la prima volta sia l'Inter che il Milan avevano proprietà cinesi. Nel girone di ritorno il Diavolo calò, ma riuscì a conquistare la qualificazione all'Europa League. Più di tre anni dopo Vincenzo Montella è di nuovo punto e a capo. Le situazioni sono totalmente diverse, ma l'esito sarà lo stesso. Con il passaggio di consegne a Rocco Commisso, la conferma dell'Aeroplanino sarebbe difficile. Nelle società sportive, ma più in generale in tutte le aziende, quando arriva una nuova proprietà, l'organigramma viene cambiato in toto. E' il mercato. L'unico a "salvarsi" potrebbe essere Antognoni.

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