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Modello Atalanta? Vietato parlarne a Firenze. Intanto la Dea mostra le prime crepe

Negli ultimi due anni si è parlato molto di modello Atalanta, ma questo sostantivo è bandito a Firenze. Intanto i nerazzurri sono reduci da alcuni risultati deludenti, ma guai a darli per "morti"

Stefano Niccoli

Stadio di proprietà, due anni ad alti livelli, bel gioco, Percassi sempre presente. E’ dalla stagione 2016-17 che l’Italia calcistica si stropiccia gli occhi nell’osservare l’Atalanta. Una formazione, quella nerazzurra, di ragazzi terribili, assemblati alla perfezione da un vecchio lupo di mare come Gian Piero Gasperini. Qualità e tanta corsa: questi i marchi di fabbrica della Dea. E’ bastato poco per parlare nuovamente di “modello”, sostantivo associato, fino a pochi anni fa, a compagini come Udinese e Sassuolo.

Nelle prime sei giornate, però, il modello orobico ha mostrato di avere qualche crepa. L’Atalanta resta una buona squadra, ma a livello tattico qualcosa si è inceppato. L’eliminazione dall’Europa League ha lasciato più di una scoria dalle parti di Zingonia. Dopo il fallimento di Copenaghen sono arrivate le sorprendenti sconfitte contro Cagliari e Spal, il pareggio contro il Milan acciuffato solo all’ultimo minuto e il deludente pareggio contro il Torino. Bilancio: sei punti. Vietato, però, dare per morti i bergamaschi: “Negli ultimi due turni la squadra mi è parsa più che in salute, non si arrende mai, somiglia molto a quella dell’anno scorso. Penso che abbia superato la fase di shock”, ha detto Pierpaolo Marino a Radio Blu.

Dalle parti di viale Manfredo Fanti meglio non parlare di modello Atalanta. I dirigenti potrebbero arrabbiarsi. Torniamo al 5 gennaio. Parole dure quelle del professor Vincenzo Vergine: “Modello è un termine che bandisco. Ci sono tanti modelli che si succedono, mentre la Fiorentina è sempre lì. Per quattro anni di fila siamo stati in Champions League. Il vero modello è il nostro. L’Atalanta si potrà definire tale quando farà quanto fatto da noi negli ultimi anni”. Altrettanto pungenti le dichiarazioni rilasciate da Andrea Della Valle a Moena il 18 luglio scorso: “L’Atalanta è una bella realtà, ma è una provinciale”. Difesa giusta e legittima del club viola perché la squadra nerazzurra ha vissuto quasi sempre nell’anonimato. E’ tempo di far (ri)valere la legge del più forte e vendicare l’amaro pareggio di un anno fa.