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Lotito, Della Valle e quella strana erba del vicino

I due patron di Lazio e Fiorentina non sono ben visti da una parte della loro tifoseria. Ma visti dall'esterno...

Simone Bargellini

Preferite Claudio Lotito o Andrea Della Valle? Se lo chiedete ai tifosi della Lazio, probabilmente una bella fetta del campione risponderà ADV. Se fate il sondaggio in zona Firenze, probabilmente una parte vi risponderà convinta: Lotito. Sarà che l'erba del vicino, per definizione, è sempre più verde, ma la storia dei due patron - profondamente diversi tra loro - ha un curioso punto di contatto. Criticati, anche ferocemente, dai tifosi della loro squadra (o quantomeno da una parte), invidiati in molte altre parti d'Italia.

Verace, un po' sbruffone e dai modi di fare spesso non convenzionali, Lotito è abituato a "combattere" con gli ultras biancocelesti sin dal suo arrivo nel 2004. Paga l'aver tagliato qualsiasi contatto con la tifoseria organizzata, ma anche una gestione da padre padrone, oltre al fatto di aver dedicato le sue risorse anche ad altri obiettivi personali, vedi il ruolo in Figc, la presidenza della Salernitana e la rincorsa alla poltrona di numero uno della Serie B. I risultati però dicono 2 Coppe Italia vinte ed 1 Supercoppa, con la possibilità di fare il tris quest'anno. Ai trofei vanno aggiunti due terzi posti e qualche piazzamento da Europa League. Non male in 13 anni di gestione, dove però l'alternanza è stata continua tra exploit e stagioni flop.

La storia dei Della Valle è arcinota per chi ci legge e il rapporto con la tifoseria è cambiato nel corso negli anni. Dall'idillio iniziale fino ad una crescente freddezza figlia di molti aspetti. I più recenti fanno capo alle ultime sessioni di mercato, con l'apice negativo del gennaio 2016, e al modo di gestire la Fiorentina molto simile ad una azienda, più che ad una squadra di calcio. Il clima ostile che si è creato verso la proprietà non è paragonabile a quello che Lotito respira da anni, ma ADV non ha nascosto l'amarezza per le contestazioni ai suoi danni. "Ma cosa vogliono di più i fiorentini?" si chiedono in molti guardandola da fuori. Sette partecipazioni alle competizioni europee in 13 anni (di cui 2 Champions) sono sintomo di grande continuità ad alti livelli, ma d'altro canto non è mai arrivato il tanto agognato trofeo. E quando è stato il momento di fare il salto di qualità, troppo spesso la proprietà si è mostrata impreparata. Vi ricorda qualcuno?

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