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Prandelli: “Vi racconto come è andato il mio addio. Gol Bayern clamoroso, sentite che uomo Ujfalusi”

L'ex allenatore della Fiorentina ha parlato ospite in studio ai microfoni di Radio Bruno

Redazione VN

"L'ex allenatore della FiorentinaCesare Prandelli ha parlato, ospite in studio, ai microfoni di Radio Bruno: "(Ascolta l'esultanza del 3-2 a Torino) Non lo avevo mai sentito, meraviglioso. Veloce nel creare la "mia" Fiorentina? Non c'è alchimia se non quella di aver trovato una società, una città ed i giocatori uniti con gli stessi obiettivi, con entusiasmo e voglia di migliorare. Inizio con la Fiorentina è stato questo quando parlai per la prima volta con i proprietari, mi dissero che volevano vedere la Fiorentina nella parte sinistra della classifica. Donadel (in collegamento telefonico)? Importante, ha capito dall'inizio che poteva migliorare molto sulle conoscenza, abbinava aspetto tecnico a quello tattico. Grande capacità di leggere le fasi di gioco durante la partita. Lui ha sempre risposto in maniera professionale ed ha avuto successo per questo. Allenamenti aperti? All'inizio abbiamo avuto l'idea di vederli di giovedì, durante la settimana abbiamo provato ma il tifo viola è caldo, distrae. Se li facevi correre mi dicevano "falli giohare", se li facevo giocare mi dicevano "falli correre". Abbiamo trovato un compromesso, partita del giovedì. Calciopoli? Ci ritrovammo da soli sul palco, alla presentazione, con i tifosi che piangevano. Dissi che chi voleva andare via avrebbe potuto farlo, il giorno dopo erano tutti presenti. Il tifoso sentì la percezione. Ciuffi? E' stata una persona che riusciva ad essere sincera sempre, senza volerti far male. Gli ho voluto veramente bene. Una sera mi chiamò e mi disse che mi doveva sfrustare. Gli dissi va bene, vidi la trasmissione e mi son divertito come non mai. Un'altra volta facemmo una cena, c'era anche Corvino che non ricordava la strada: Mario lo prese in giro. Corvino? L'ho visto alla premiazione allo stadio. Modulo? Ebbi la fortuna di trovare Brocchi e Donadel che già conoscevano quello a cui andavano incontro, quello che per molti era un centrocampo improponibile con le conoscenze questi ragazzi sono arrivati vicino alla Nazionale. Toni? Lo volevo già a Venezia, a me piacciono quelli che hanno il senso del gol. Non volevamo giocare su di lui ma volevamo fosse presente in area di rigore per dare profondità. Con giocatori così non devi inventarti niente. Giocatore migliore umanamente? Tanti, forse Jorgensen è stato quello che ha creato sempre uno spirito di squadra, avevamo a sicurezza che quando entrava negli spogliatoi eravamo "noi". Persona intelligente, gioatore straordinario, bravo nel non creare problemi. Rimpianti? Forse Pazzini, era un giocatore straordinario per noi, ebbe problemi di responsabilità della maglia essendo tifoso viola, sentiva questa grande responsabilità, forse noi non siamo stati capaci di aiutarlo. Lui ha le qualità straordinarie, quando prendemmo tre quattro giovani importanti puntammo su di lui per il dopo Toni. Nazionale? Deve essere di tutti, deve andare dove ci sono problemi, dove ci sono campi in cui i bambini non possono giocare, la Federazione deve avere coraggio di andar vicino alla gente come facemmo noi. Ci vuole continuità, conta il risultato ma le cose che ha fatto la Federazione in quegli anni sono cose che rimangono e dovrebbero avere continuità. Disponibilità dei giocatori sta facendo grandi passi avanti. Dimissioni dalla Nazionale? Pensate dopo la partita, ovviamente capisci che c'è un'eliminazione è normale che uno si prenda la responsabilità e me la sono presa. Non mi aspettavo che anche il Presidente Federale facesse la stessa cosa, amerò per tutta la vita la Nazionale. Ujfalusi? Tra lui, Jorgensen e Dainelli, lo stesso Mutu, è stato il professionista più serio nell'accettare i consigli. Dal momento che l'ho spostato sulla fascia mi ha guardato ed anche male, posso allungarti la carriera e mandarti in Nazionale. Gli voglio bene. Lui aveva un problema al ginocchio, dando disponibilità di giocare ed avere rispetto dei tifosi. Poteva dirmi di star male, sapeva di andar via, era infortunato, quale professionista decide di andare in campo? Sue caratteristiche semplici da leggere, secondo me era sprecato come difensore centrale. Vittoria a Liverpool? Quel gol è stato dipinto con quel bacio con Alessia (Tarquinio, ndr), tutto fu travisato. Nell'azione vidi che Vargas riuscì a contrastare e poi Gilardino che fintò di andare sul primo palo per poi andare invece sul secondo. Ho detto 'se la mette bene segna'. Mi son girato e ho visto che Alessia urlava 'non ci credo, non ci credo', io le ho detto 'devi crederci' e le ho fatto una carezza. Unico gol della mia carriera che ho previsto poco prima, mi sono goduto l'esultanza della curva. Quella Fiorentina? La squadra era convinta e motivata, la gioia di allenarsi tutti i giorni ed andare oltre ogni difficoltà, la squadra aveva grande determinazione. Gol in fuorigioco del Bayern Monaco? Clamoroso, da subito, in diretta, tutti avevano la percezione di qualcosa di clamoroso. Lo stesso Klose si è girato. Quel Bayern Monaco arrivò in finale, era forte, in quelle due partite forse meritavamo qualcosa in più. Un episodio divertente, tutte le volte che incontravo l'allenatore del Bayern mi diceva che avevamo fatto una grande partita con loro. Tutte le volte. Coppa Italia? Semifinale, andammo in vantaggio con Keirrison. Il momento in cui si era percepito che era finito il mio tempo. Io ho capito che era finito quando non sono riuscito a parlare più con Diego Della Valle, peccato perché abbiamo finito male la stagione. Eravamo quarti in campionato, agli ottavi di Champions League ed in semifinale di Coppa Italia, eravamo sul pezzo, forse bastava poco. Mi è stato detto di cercarmi un'altra squadra? Se per tanto tempo hai raccontato una storia come sentita da tanti. Non ho mai fatto una cena con Bettega come dicono in tanti, se la gente continua a dirle la gente ci crede. Mi incontrai con Cognigni, mi disse che se avevo altre opportunità potevo andare, era il mercoledì in cui feci esordire Babacar. Faremo una conferenza stampa congiunta, se sei ambizioso potrai andare via. Due giorni dopo trovai un articolo molto diverso. Io risposi di essere sotto contratto, loro mi dissero che avevo l'autorizzazione. Conclusione rapporto? La proprietà ha dimostrato di avere chiaro il proprio progetto, più di tanto non si può fare ma senza altri introiti o lo stadio la nostra realità è questa. Dovrebbe trovare giocatori giovani senza cambiarlo ogni sei o sette mesi. Finire la carriera dove? Vorrei finire in un psoto dove trovo delle persone che mi dicono 'questo è il nostro progetto, vediamo in quanto riesci a migliorarlo'. Valencia? Mi avevano promesso un certo mercato con trenta milioni, poi presero una multa e la cifra diminuì. Le persone che gestivano la società non erano di calcio, non erano all'altezza, adesso infatti stanno arrivando altri personaggi. E non parlo di Lim. Galatasaray? Ero secondo, poi cambiò Presidente e mi licenziarono. Stringerei mano a Lotito? Sinceramente no, non tanto perché è il Presidente della Lazio ma perché è il Presidente Federale. Giuseppe Rossi? Gli possiamo dire di mettere tutta la determinazione che ha avuto sempre in questi anni ancora, lui sogna, è giusto che continui a farlo anche nella difficoltà e nell'infortunio. Sempre molto caparbio e determinato. Mancata convocazione? Bastava una scusa, lui era al corrente di tutto, non ho mai capito il perché di questa reazione, io volevo portarlo a Coverciano perché poteva essere un esempio per tutti. Farina in Nazionale? Forse ho fatto troppe cose... È dovuto andare in Inghilterra, in Italia non trovava più un lavoro. PSV-Fiorentina? Partita perfetta per un allenatore, facemmo quello che avevamo prestabilito. Noi siamo stati bravi e capaci, lucidi a mantenere questa lettura. Poi Mutu ti inventa un gol così, non è mai previsto. Fiorentina-Roma? Spalletti un grande allenatore ma li incartammo bene. Son quelle partite che quando iniziano in un certo modo e si incanalano nella strada che tu avevi pensato, poi finisce nell'immaginario di tutti. Convocare Bernardeschi dalla Serie B allo stage? Avevamo monitorato vari giovani, anche Belotti ma era infortunato. Fui anche criticato. Quello che avevamo notato è che aveva capacità di corsa europea. Fiorentina attuale? Ha un'anima, un gruppo di ragazzi molto seri, la sitauzione non è facile, tutti i giorni si sente che l'allenatore deve andar via. Quelli che stan fuori sperano che con il nuovo allenatore pensano di avere nuove opportunità, bravi tutti, finiranno in modo decoroso. Chi mi piacerebbe allenare o chi sarebbe stato bene nella mia di quella attuale? Sicuramente Borja Valero, ha la capacità di saper giocare in tutte le zone del campo con facilità. Sa giocare davanti alla difesa, vede la profonità, è un leader e sa trascinare la squadra. Chiesa? Ha corsa e ha la capacità di cambiare direzione. Deve migliorare solo nella lucidità negli ultimi metri, deve ritrovarsi a fine campionato con dieci gol. Europa League? Deve crederci. Tifo viola? Assolutamente sì, ho fatto cinque anni e scelte di vita importanti,q aundo potevo andar via son rimasto. Sono tifoso della Fiorentina. Semifinale con i Rangers? Non mi sono arrabbiato con Vieri, figuriamoci. Lui ed anche Liverani si sono fratturati tirando il rigore. Tante occasioni ma non siamo riusciti a far gol, dovevamo forse avere più coraggio. Percezioni prima dei rigori? Penso che sia una cosa storica, due giocatori sbagliano il rigore e si fratturano da stress. Quarto posto dopo eliminazione? Quando sbagliavamo una partita, in quella dopo avevamo una grande reazione. Finale con la Spagna? Nessuno credeva potesse arrivare, nostro tragitto più lungo del loro. Non avevamo programmato, tornavamo sempre in sede. C'era festa nazionale, non abbiamo dormito, poi preparata trasferta e non avemmo tempo materiale e fisico per capire chi aveva problemi. Poi, se tu chiedi ai giocatori, nessuno ti dice di non voler giocare la finale. Poi si fecero male in tre o quattro. Vorrei ringraziare quei giocatori. Cassano e Balotelli? Fuori dal campo diversi da come sono dipinti. Sono delle persone per bene, buone d'animo. Poi hanno la loro personalità ed i loro difetti come tutti loro. In Nazionale si son sempre comportati molto bene. Gamberini? Sempre stata persona seria e profonda, un po' taciturna ma riflessiva, non era il giocatore che emergeva, lo faceva perché era serio e le prestazioni erano importanti. Ci son rimasto alle sue parole, poi capisci perché certi giocatori non rendono al 100%. Puoi pensare che si sia fatto male qualche volte in più, è stata comunque una bellissima intervista la sua. Pasqual? Non ho mai avuto screzi se non quando mi chiese di andar via. Facevo giocare magari Gobbi perché aveva più qualità difensiva, ma facevo giocare Pasqual e tenevo fuori Pancaro. Lì son stato criticato da Pancaro, dopo qualche anno casomai fa un cambio e tutto muta. Nel calcio conta essere corretti facendo una scelta tecnica, non umana".

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