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Pioli: “Siamo una squadra ambiziosa, ma non ancora vincente. I tifosi mi dicono…”

Così Pioli al Teatro del Maggio Musicale: "I Fiorentini? Sono brontoloni, però hanno un cuore grande e lo hanno sempre dimostrato"

Redazione VN

Di seguito le parole del tecnico della Fiorentina Stefano Pioli ai microfoni dei media presenti al Teatro del Maggio Musicale in occasione dei trent'anni della Repubblica Firenze.

"Come ho trovato Firenze? Non ho trovato tantissime differenze, questa città è storia, arte, sono cose che rimangono. Sto imparando a conoscerla molto meglio adesso da allenatore rispetto a quanto non facevo da calciatore, prima ero troppo stanco. Oggi lavoro di più ma riesco a ritagliarmi meglio i miei spazi e riesco ad apprezzarla a fondo".

"Dove vado per ispirarmi? Quando cerco l'ispirazione e la tranquillità la cosa migliore che faccio è andare in bicicletta, mi rilassa tantissimo, sono in pace con me stesso. Si tratta di un momento in cui mi schiarisco le idee. Un posto in cui mi sento sereno è il Piazzale Michelangelo, ma anche San Miniato, ancora meglio".

"I Fiorentini? Sono brontoloni, però hanno un cuore grande e lo hanno sempre dimostrato. Cosa mi dicono per strada? Mi ripetono sempre la stessa cosa che mi dice mia mamma tutti i giorni: "Mi raccomando, mi raccomando" (Ride, ndr)".

"Europa? A noi piacerebbe molto, non sarà facile. Non voglio mettere le mani avanti ma mi pare sia evidente a tutti che ci siano sei squadre superiori a noi, poi c'è un gruppetto a seguito in cui rientriamo. Siamo una squadra ambiziosa ma non ancora vincente: c'è un passaggio che dobbiamo cercare di colmare. La Coppa Italia? Deve essere un obiettivo davanti al quale presentarci nel miglior modo possibile".

"Astori? Lui e Badelj erano i miei riferimenti, mi sono appoggiato molto a loro. Davide per la sua serietà e serenità era un punto di riferimento. In ciò che è successo ho imparato a vedere diversamente i miei giocatori, ad apprezzare le loro qualità a livello umano. Per capirlo basta leggere le interviste che fanno i ragazzi spesso, come quella di Hugo che è stata bellissima".

"Per come sono fatto io ho bisogno di rapporti, per lavorare bene con una persona ho bisogno di conoscerla, di entrare in stretto rapporto. Sono molto vicino ai giocatori e cerco di capire sempre i cali di condizione, alla fine sono persone come altre, noi pensiamo sempre a questioni fisiche ma dobbiamo ricordarci che anche loro hanno emozioni come tutti".

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