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La fase difensiva, quella pecca che fa la differenza per i giovani attaccanti di Pioli

dai nostri inviati a Moena

Giacomo Brunetti

"È probabilmente la caratteristica nella quale peccano maggiormente i giovani. Accadde con Bernardeschi - rinforzato in tal senso da Sousa con l'esilio sulla fascia - ma non ce n'è stato bisogno con Chiesa, dal talento innato. La fase difensiva rappresenta una lacuna che segna il solco tra l'essere grezzo e potersi ritagliare uno spazio consolidato, per i giocatori facenti parte del reparto offensivo.

"Lo stesso Pioli, anche attraverso il proprio staff ma soprattutto in prima persona, ha redarguito a più riprese i propri giovani su questo aspetto. E da qui nasce l'approccio restio del tecnico verso i Primavera o alcuni membri della linea verde. L'ha invocata a Sottil, tecnicamente il più capace ma acerbo nel rientrare, probabilmente a causa delle abitudini acquisite negli ultimi anni con il ruolo da protagonista offensivo; l'ha richiesta e analizzata con Graiciar, come affermato dallo stesso ceco in conferenza stampa, luogo in cui anche Hanckoha fatto la stessa ammissione. Lo slovacco è un laterale difensivo, esulta dalle nostra considerazione ma, vista la propensione offensiva nutrita e mostrata già nelle prime apparizioni, con l'approccio al calcio italiano è un fattore da non sottovalutare. E anche Vlahovic deve imparare molti aspetti per accrescere la squadra tatticamente con la sua presenza.

"Dunque, come da regola, non si tralascia nessun particolare. La crescita deve essere seguita in prima linea e fin da subito. Per guadagnarsi la permanenza a Firenze - qualcuno, d'obbligo, partirà in prestito - tra i giovani attaccanti gira un diktat abbastanza consolidato. Gori sta tentando l'esperienza a Foggia, fase doverosa della sua carriera. Gli altri, però, sperano in altre velleità.

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