Passano gli anni, cambiano gli orizzonti, ma certe abitudini in casa Fiorentina rimangono intatte. Come quella di scaricare l'allenatore di turno: che sia per eludere un progetto tecnico o per distogliere le attenzioni dalle responsabilità societarie, la lista parte da Prandelli e arriva fino a Pioli, passando da Montella e Sousa. Storie diverse ma con un comune denominatore: la colpa è sempre degli altri (funziona anche con i calciatori). Non che l'attuale mister - per arrivare al caso specifico - sia immune da responsabilità, perchè sicuramente la Fiorentina avrebbe potuto fare qualche punto in più, specie con le piccole. Ma a conti fatti il rendimento non è poi tanto distante dalla dimensione che investimenti e ambizioni suggerivano. Non è certo imputabile a Pioli il fatto che nel giro di poche stagioni l'obiettivo dichiarato sia passato dal quarto al settimo posto. Non è imputabile a Pioli il fatto che il monte ingaggi sia stato dimezzato rispetto a pochi anni fa diventando simile a quelli di Bologna, Sampdoria e Sassuolo. Non è imputabile a Pioli se un solo acquisto in questa stagione è stato pienamente azzeccato (Muriel) ed è arrivato per giunta a metà campionato. Eppure da qui ai prossimi mesi si parlerà quasi esclusivamente del futuro della panchina e poi da maggio la giostra ripartirà con un nuovo allenatore, mentre il resto degli "attori" rimarrà saldamente al proprio posto.
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La cara, vecchia, abitudine della Fiorentina: e la “giostra” è pronta a ripartire
Con Pioli si sta ripetendo lo scaricabarile già visto con altri allenatori. Ma il ridimensionamento della Fiorentina ha altre radici (e responsabilità)
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