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Kalinic, una vicenda al limite del pudore. E Corvino attende garanzie

Nikola Kalinic ha presentato un certificato medico dalla durata di cinque giorni alla Fiorentina

Giacomo Brunetti

"Ennesimo colpo di scena. Nikola Kalinic vuole vestire la maglia del Milan, questo è chiaro e legittimo, anche in virtù di quel rifiuto a gennaio all'offerta del Tianjin Quanjin. Vuole misurarsi in una squadra di livello superiore rispetto alla Fiorentina, crede di potercela fare e sta spingendo in questa direnzione. Ma nell'estate in cui il calciomercato ha mostrato la massima sottimissione alla volontà dei calciatori, il pudore inizia a mancare: dai certificati presentati da Bernardeschi e Kalinic fino alle tante questioni relative ad altre squadre, come ad esempio il caso Keita alla Lazio, autodichiaratosi "a disagio psicologico" per una mancata convocazione.

"La vicenda relativa all'attaccante croato si sta incanalando su binari al limite del trascendentale: a Moena abbandonò dovutamente il ritiro a causa di un furto, proprio nei giorni in cui il Milan stava per chiudere l'affare, all'epoca saltato. Adesso i rossoneri sono tornati alla carica ma le garanzie economiche non convincono Pantaleo Corvino, con il coltello dalla parte del manico dopo l'acquisto di Giovanni Simeone. Il Direttore Generale gigliato è a Milano, in attesa di sviluppi, che potrebbero arrivare anche dalla cessione di Niang allo Spartak Mosca, vendita che regalerebbe a Fassone e Mirabelli circa diciotto milioni di euro freschi. La Fiorentina gli ha concesso i vari permessi in questa estate, adesso il gioco viene dettato dai toscani.

"Le parti non si smuovono dalle loro richieste e dalle loro intenzioni. E tutto ciò è lecito. Meno assentarsi per essere "emotivamente turbati", poiché i veri malesseri fisici e mentali sono decisamente altri e vanno oltre i giochi delle parti.

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