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Fiorentina brutta? Pazienza. E il professor Chiesa sale di nuovo in cattedra

Per la Fiorentina il 2019 inizia come meglio non poteva. La prestazione non è stata esaltante, ma contava vincere, non come. Troppo importante qualificarsi ai quarti di finale di Coppa Italia

Stefano Niccoli

Solita Fiorentina, solito Chiesa. Il 2019 inizia come meglio non poteva per la formazione di Pioli. La prestazione contro il Torino non è stata certo esaltante, ma contava vincere, non come, e così è stato. Troppo importante qualificarsi ai quarti di finale di Coppa Italia. Non solo sul piano dell’importanza dell’obiettivo, ma anche su quello mentale perché il colpaccio di ieri permette ai viola di preparare al meglio lo scontro diretto contro la Sampdoria in campionato.

Chiesa si è caricato nuovamente la squadra sulle spalle. Non ha giocato la sua miglior partita, ma contro un avversario ostico come il Torino si è dannato correndo su e giù per fascia, cercando di inventare qualche numero. Il copione – e qui torniamo alla prima frase – è risaputo: quando Fede ha la palla tra i piedi, può succedere sempre qualcosa. La qualità della Fiorentina, d’altronde, è quella che è, non lo scopriamo oggi.

Bravo il numero 25 ad accompagnare la galoppata di Simeone in occasione del vantaggio della Fiorentina. Piccola parentesi sul Cholito. Ha sverniciato in velocità il difensore spaccando in due il Torino. Giusto criticarlo quando sbaglia. Altrettanto giusto evidenziarne i meriti come successo ieri con il coast to coast di cinquanta metri.

Il secondo gol di Chiesa è stato un autentico cioccolatino. Fede è stato bravo e furbo a non commettere fallo su Lyanco, disastroso al posto di Nkoulou. Solo con l’esterno destro avrebbe potuto battere Sirigu. La Fiorentina parte alla grande. Chi inizia bene è a metà dell’opera.

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