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Dottor Nenad e mister Sousa, tra casino e consapevolezza

Fiducia nei propri mezzi, la voglia di vincere ed un gruppo forte: gli ingredienti per cambiare marcia

Giacomo Brunetti

Nella celebre opera di Stevenson, dottor Jekyll e mister Hyde sono la stessa persona che alterna due personalità estremamente bipolari: nella Fiorentina di questo periodo, dottor Nenad e mister Sousa sono uniti per la stessa causa ma vivono su una lunghezza d'onda distante dal risultato reale. Ebbene si, il campo parla e il "casino" sbandierato nella conferenza stampa di oggi è l'ammissione che in questo momento le cose non vanno come previsto: crisi di reti, peggior attacco insieme al Crotone e vittoria che manca da troppo tempo, lo stesso in cui il gioco della squadra non ha certamente entusiasmato nè chi guarda da fuori, nè chi prova ad interpretarlo.

"Se si parla di ‘casino’ del gioco ultimamente non sta girando", ammette mister Sousa, incalzato dal suo fido scudiero Tomovic, ormai uno dei punti fermi della Fiorentina da cinque anni. "Siamo noi che andiamo in campo e che abbiamo creato questo “casino” quindi dobbiamo essere noi a dover cambiare le cose e tornare sul nostro cammino", il serbo è consapevole di quello che tutti si aspettano: un perentorio cambio di marcia, sancito da un'esposizione, a parole, dei due viola che oggi si sono presentati in conferenza stampa come preda facile di critiche e giudizi. Invece hanno ammesso la difficoltà, mettendo da parte la presunzione che probabilmente ha toccato la Fiorentina nell'approccio ad alcune partite, provando a fermarsi e a ripartire, rivisitando le idee che l'allenatore portoghese ha posto alla base del suo mandato.

"Ma la fiducia, al contrario delle reti, non manca: "Mi sorprende più che preoccupare il fatto che stiamo faticando a segnare visto che so che la mia squadra ha grandi capacità", solo un errore di valutazione nelle scelte quindi, nessun calo di motivazioni, nessun problema di organico. D'altronde, lo scorso anno abbiamo potuto ammirare una formazione che giocava a memoria, meravigliava e che lentamente è calata portandosi dietro delusione e lasciando negli occhi di tutti aspettative troppo alte per non essere disattese.

"Quindi per una sera andranno messe da parte le discussioni sulla tattica, sul ruolo di Bernardeschi e sui dubbi che questa squadra può far nutrire: "I singoli devono giocare nel ruolo giusto per dare qualcosa in più ma anche lo scorso anno tanti di noi cambiavano i ruoli", niente giustificazioni sembra dire il dottor Nenad, che ha visto con i suoi occhi il 10 viola viaggiare splendidamente tra attacco e difesa sulle fasce. Serve fiducia, quella che sta venendo meno e che deve essere riaccesa grazie all'unità d'intenti, figlia del calore dei tifosi, delle mosse societarie e dei risultati che matureranno in campo: "C’è qualche difficoltà anche a livello mentale, non solo fisico. Dobbiamo tirare fuori la forza del gruppo e uscire da questa situazione", Tomovic è convinto.

""Abbiamo un gruppo forte che sa uscire dai momenti difficili quindi ci riusciremo anche questa volta. Ognuno di noi ha analizzato ciò che ha fatto quindi sappiamo cosa possiamo dare [...] Abbiamo sempre voglia di vincere e fare bene, non solo dopo un momento difficile": parola di Tomovic, mister Sousa sarà d'accordo. Poco "casino", tanta consapevolezza: per tornare sulla strada delle aspettative.

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