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Dabo si è preso il centrocampo: lavoro e umiltà per l’Europa League

FLORENCE, ITALY - FEBRUARY 25: Bryan Dabo of ACF Fiorentina looks on during the serie A match between ACF Fiorentina and AC Chievo Verona at Stadio Artemio Franchi on February 25, 2018 in Florence, Italy.  (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Arrivato tra lo scetticismo, Bryan Dabo si è ritagliato uno spazio importante dopo l'infortunio di Badelj

Pier F. Montalbano

Doveva adattarsi in fretta, e lo ha fatto. Quella con la Spal è stata la terza presenza consecutiva da titolare per Bryan Dabo, che da quando è entrato al posto di Cristoforo il 31 marzo contro il Crotone il posto in mezzo al campo non lo ha più lasciato. Doveva capire i meccanismi del calcio italiano, lui che suona il piano ma non è dotato di piedi raffinatissimi. L'intensità e la corsa però non mancano a questo gigante francese, chiamato nel momento del bisogno a sostituire Milan Badelj, capitano designato dopo la sconvolgente morte di Davide Astori e giocatore completamente agli antipodi del franco-burkinabè. Le ore davanti al video con Pioli sono però servite al cugino dell'ex laziale Ousmane ad apprendere movimenti e compiti in campo: rompere il gioco sì, far valere i propri centimetri in area ma anche guidare la transizione grazie alle sue lunghe leve e dare una mano in fase offensiva.

Qualcosa in più di un altro giocatore scolastico come Carlos Sanchez, di cui a gennaio ha preso lo slot in rosa. Anche ieri con la Spal tutto ha funzionato secondo i piani – anche se solo per 45 minuti – ma i progressi di Dabo sono comunque significativi rispetto alla prima apparizione in maglia viola (nel finale contro l'Atalanta) in cui aveva dato l'impressione di essere grezzo e disorientato. Dedizione, lavoro, educazione: è entrato in punta di piedi ma alla fine si è preso la Fiorentina e ha fatto ricredere gli scettici. Doveva soprattutto giustificare un investimento da quattro milioni da parte di Pantaleo Corvino che lo ha prelevato dal Saint-Etienne nel mercato invernale. E adesso che è diventato quasi una pedina imprescindibile nello scacchiere viola, vuole continuare a migliorare il suo italiano e giocare per quell'Europa League che fino a un paio di mesi fa era soltanto una chimera.

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