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Chiesa e Barella, tra l’amore e il destino altrove: giovani riconoscenti in attesa del salto

Si sono presi Firenze e Cagliari, sono compagni in Nazionale e si sfidano al 'Franchi': il loro futuro è un'incognita

Giacomo Brunetti

"Sono arrivati nello stesso punto con percorsi e origini opposte. L'Italia se li coccola, osserva ed è pronta a prenderseli. Nicolò Barella e Federico Chiesa sono i simboli di Cagliari e Fiorentina, ma allo status attuale si sono elevati attraverso processi diversi. E pensare che il piccioccheddu era destinato al basket, la passione di famiglia: niente da fare, soprattutto per l'altezza che non gli ha mai giovato. Quella che forse, adesso, è una fortuna che lo rende duttile e prezioso in agilità. È nato a Sestu, il tempo di un caffè prima di varcare le porte di Cagliari, città alla quale è legatissimo, dove è nato, così come suo figlio.

"'Fede', invece, ha aperto gli occhi per la prima volta a Genova, dove il padre Enrico giocava a calcio: un'impronta netta, fin da piccolo, che lo ha accompagnato durante l'adolescenza. Fino all'esordio, in medias res, voluto da Paulo Sousa. Una gavetta saltata a piè pari, al contrario di Nicolò, che ringrazierà per sempre il prestito al Como: "A cambiarmi la vita sono stati quei sei mesi, in Serie B, mentre il Cagliari festeggiava la promozione io lottavo per la salvezza". E dal quel momento non si è più fermato, sgrezzandosi.

"Cresciuto nella Scuola Calcio 'Gigi Riva' - dalla quale anche il cuginetto è passato in rossoblu - prossimamente saluterà la Sardegna: per lui si apriranno i palcoscenici di lusso, ma "sarà solo per ambizione, non per soldi". Come per Chiesa, destinato a far tribolare la prossima estate fiorentina. Sono i due talenti della classe '97 più in vista, più in voga: hanno dichiarato l'amore per l'attuale maglia, consapevoli che una permanenza a lungo termine sia impossibile. Ma il futuro è (anche) oggi.

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