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50 anni fa: Chiarugi-Maraschi e lo scudetto in casa Juve è servito

Era l'11 maggio 1969. La Fiorentina si laureò campione d'Italia per la seconda volta con una giornata d'anticipo al Comunale di Torino. Il sognò diventò realtà

Stefano Niccoli

Battere la Juventus, l’acerrima rivale, è sempre un piacere. Figuriamoci se la vittoria arriva a Torino e vale lo scudetto. Successe 50 anni fa, l’11 maggio 1969 (come passa - ahi noi - il tempo). I tifosi viola con qualche anno sulle spalle si ricordano bene quella domenica. Era la ventinovesima giornata, la penultima di campionato. La Fiorentina, allenata dal Petisso Bruno Pesaola e reduce dalla vittoria interna nel derby contro il Pisa per 3-1, era prima in classifica a quota 41 lunghezze. La Vecchia Signora, invece, aveva vinto a Milano contro l’Inter per 1-0 la settimana precedente ed aveva 34 punti in graduatoria.

“La Fiorentina, se vince, è campione”, titolò La Stampa l’11 maggio 1969. “Mi auguro che il pubblico assista ad uno spettacolo di alto livello. La tradizione dice che da 14 anni la Fiorentina non riesce a vincere a Torino contro i bianconeri. E’ un fatto che non mi riguarda. Anche un pareggio andrebbe bene. Nessun dramma se saremo sconfitti. Dopo il pareggio del Milan col Napoli, solo noi adesso possiamo perdere il campionato”, disse Pesaola alla vigilia, alla fine della preparazione alla partita svolta allo stadio Filadelfia. La notizia della mancata vittoria del Milan era stata accolta dai tifosi viola con grandi cortei per le strade di Firenze.

Il giorno della partita, la Juventus di Heriberto Herrera si schierò con: Anzolin, Salvadore, Castano, Bercellino, Sacco, Leoncini, Del Sol, Haller, Zigoni, Menichelli, Anastasi. La Fiorentina rispose con: Superchi, Mancin, Ferrante, Brizi, Rogora, Esposito, Merlo, De Sisti, Chiarugi, Maraschi, Amarildo. Arbitro: Concetto Lo Bello di Siracusa. Al Comunale c'erano circa sessantamila spettatori. Al quinto minuto, tiro alto di Anastasi dal limite. Replica viola con Chiarugi, ma anche la sua conclusione finì sopra la traversa. Al trentaquattresimo Superchi deviò in angolo una botta di Menichelli. Sette minuti dopo, portiere gigliato nuovamente miracoloso su Menichelli imbeccato da Del Sol. Al terzo della ripresa, la Fiorentina passò in vantaggio: punizione di Amarildo, Anzolin non trattenne la palla fornendo così l’assist vincente a Chiarugi. Diecimila tifosi viola a Torino in visibilio. Il raddoppio arrivò al ventitreesimo con un destro ravvicinato di Maraschi. Finì 2-0 e con la squadra viola campione d’Italia per la seconda volta nella sua storia. Grazie a quel titolo, i giocatori avrebbero ricevuto come premio circa sei milioni di lire a testa.

“La Fiorentina è campione d'Italia. La Juventus spreca il primo tempo, poi passano i neo campioni: 2-0”, Un trionfo diviso in 18”, furono i titoli de La Stampa il 12 maggio 1969. “Contro la Fiorentina di oggi, nessuna squadra avrebbe vinto. Abbiamo dimostrato di essere la formazione più completa. Abbiamo saputo reagire al grande primo tempo dei bianconeri e Superchi ci ha salvati su quel tiro di Menichelli. Poi nella ripresa abbiamo spinto al massimo e abbiamo vinto. Volevamo un punto contro la Juve, ne abbiamo portati via due, che dire di più”, (all'epoca la vittoria valeva due punti, ndr), disse Pesaola. “Avevamo un po' di paura di questa Juve, ci bastava anche solo un pareggio, ma quando ho segnato, ho pensato che quello era il gol della vittoria”, aggiunse Chiarugi. “Il momento più difficile l'ho passato sul tiro di Menichelli, ma l'ho parato ed è andato tutto bene. Dopo il secondo gol mi sono venuti i brividi, ho capito che ce l'avevamo fatta davvero”, furono le parole di Superchi.

All'ultima giornata, la Fiorentina vinse anche contro il Varese per 3-1. Dietro alla compagine viola, campione con 45 punti, si classificarono il Cagliari e il Milan a 41. Il primo gigliato a comparire nella classifica marcatori fu Maraschi con 14 gol. Davanti a lui: Riva (20), Anastasi (15) e Bui (15). Che tempi.