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Bilanci, difensori e responsabilità: cronaca di una tiepida mattinata fiorentina

Intorno alle 11 di questa mattina alcune centinaia di tifosi si sono ritrovati davanti ai cancelli del Centro Sportivo per contestare l'operato di squadra e società

Simone Torricini

Non esattamente un successone, per usare un eufemismo. Il riferimento è naturalmente alla contestazione messa in atto dai tifosi nel corso della mattinata, come programmato ieri attraverso un comunicato (LEGGI QUI) che mirava a chiamare a raccolta il popolo viola ai Campini per "far sentire fortemente la propria rabbia nei confronti nei confronti di una società, un allenatore e dei giocatori che non stanno onorando la Fiorentina e i suoi tifosi".

Un primo gruppo neanche troppo compatto era di fronte ai cancelli del Centro Sportivo già intorno alle 10:15, ma il grosso dei contestanti si è riunito tra le 10:30 e le 10:45, ritardando di circa venti minuti l'inizio della manifestazione.

I primi ad affacciarsi sono stati Giancarlo Antognoni e Pantaleo Corvino, che per qualche minuto hanno osservato pensierosi la situazione. Il Direttore Generale ha poi trascorso alcuni istanti al telefono (forse per fare un resoconto ai piani alti?) dopodiché si è avvicinato ai tifosi (non più di 300) che nel frattempo si erano accalcati alle cancellate ed iniziavano ad inveire indistintamente contro squadra, proprietà e società. In un primo momento i contestanti si limitavano a chiedere spiegazioni di vario genere: dall'allenatore alla squadra, passando dal mercato e dai fratelli Della Valle.

È soprattutto Corvino a prendere la parola, mentre Antognoni si defila quasi subito limitandosi a sdrammatizzare la situazione. A chi chiede per quale motivo questa proprietà abbia smesso di investire il DG risponde che "Li hanno cacciati i soldi, li hanno cacciati!", o fa mea culpa: "Non sono stato in grado di prendere un difensore migliore, mi assumo le mie responsabilità". L'obiettivo non dichiarato è quello di assorbire nel migliore dei modi le varie critiche, che vanno per la maggiore verso la Presidenza.

Poi salta fuori il tema chiarezza, ed è più o meno qui che il nervosismo dei presenti si fa più pressante. "Basta supercazzole!", urla qualcuno, ma Corvino non è d'accordo: "Avete sempre chiesto chiarezza, e io l'ho apprezzato molto. Ho sempre detto anche in sala stampa che dobbiamo ripartire da un obiettivo, quello di un equilibrio economico".

Iniziano dunque ad alzarsi i primi cori di protesta, che dopo pochi minuti spingono entrambi i dirigenti ad allontanarsi dai cancelli per tornare all'interno del Centro Sportivo. Viene intravisto in lontananza anche lo Staff di Sousa, fischiato fino a quando non esce dal campo visivo dei tifosi. È qui - intorno alle 11:10 - che la contestazione raggiunge il picco più alto a livello di tensione. Il numero dei presenti si aggira attorno ai 350-400. I più bersagliati dai cori sono naturalmente Sousa e i fratelli Della Valle, ma non vengono risparmiati neppure i giocatori, a cui viene espressamente ricordato che "bisogna correre per vincere".

Si salva dall'ondata di protesta il solo Antognoni, celebrato come un corpo estraneo alla società: "Unico Dieci" e "Il mio Presidente" sono le cariche che gli vengono riconosciute all'unanimità.

Dopodiché, con il passare dei minuti e senza alcuna novità, la massa dei contestanti inizia a defluire. Continuano ad imperversare cori e c'è spazio anche per alcuni petardi, ma nel giro di una mezz'ora scarsa non rimangono che poche decine di irriducibili. Si conclude così, in linea con la normale amministrazione, la tiepida mattinata di contestazione fiorentina.

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