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21 giorni di agonia. Frosinone: tra una partita inutile e l’amaro ricordo targato Sousa

La Fiorentina non può né scendere né salire in campionato. Partite senza valori e alla gara con l'Atalanta mancano ancora 21 giorni. Un arco di tempo che pare infinito. Il match col Frosinone ci fa tornare al novembre 2015

Stefano Niccoli

Vi ricordate la scena, in "Tre uomini e una gamba", in cui Aldo Baglio, aggrappato ad una roccia, dice "Non posso né scendere né salire"? Per la Fiorentina la situazione è più o meno questa, con la differenza che all'orizzonte non c'è il mare, come nel film del 1997. Potrebbe esserci, invece, lo stadio Olimpico. Il condizionale è d'obbligo perché, per tornare a giocare dove ieri sera, servirà fare l'impresa contro l'Atalanta il 25 aprile.

Mancano, però, ancora ventuno giorni al delicato appuntamento di Bergamo. Un arco di tempo che pare infinito. L'attesa è lunga e stressante. Normale quando non hai più niente da chiedere al campionato. Le partite del fine settimana interessano il giusto. Il settimo posto è distante nove punti. Margine troppo ampio da colmare a otto giornate dalla bandiera a scacchi per una squadra che non vince dal 17 febbraio. E la Fiorentina non deve nemmeno guardarsi le spalle perché le formazioni in lotta per salvarsi sono lontane.

Domenica arriverà il Frosinone al Franchi alle 12.30. Strano scherzo del destino: stesso orario in cui, l'11 novembre 2015, i viola di Paulo Sousa batterono i ciociari per 4-1 grazie ai gol di Rebic, Gonzalo Rodriguez, Babacar e - udite, udite - Mario Suarez. Quel poker valse la testa della classifica. Sembra una vita fa, ma da quella partita sono trascorsi meno di quattro anni.

La gara contro la squadra di Baroni non conterà niente per la Fiorentina. Tutt'altra musica in casa Frosinone. Raggiungere la salvezza è difficile, ma non c'è dubbio che la vittoria contro il Parma abbia dato slancio e fiducia ai gialloblù.

Il chiodo fisso resta l'Atalanta. Il conto alla rovescia va avanti. Ventuno giorni di agonia.

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