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10 giorni ad alta tensione. E il prossimo mese si deciderà molto

Si concludono 10 giorni di fuoco per la Fiorentina. Ed è subito Chievo-Fiorentina

Redazione VN

La bagarre Kalinic chiude i battenti di una dieci giorni così intensa da poter essere paragonata senza problemi alla settimana conclusiva del Giro d’Italia (storicamente la più tosta delle tre che compongono la “corsa rosa”) o ad un film di Quentin Tarantino. Stessa intensità, stessa trama dai mille intrecci, stesso finale col botto.

Tutto è cominciato mercoledì 11 gennaio: a Firenze arriva il Chievo Verona per disputare gli ottavi di finale di Coppa Italia. La partita non è bellissima, anzi è brutta, senza mezzi termini ma, al netto dell’importanza della partita in sé (record negativo stagionale di spettatori) il match contro il Chievo è l’inizio di un cammino che quest’anno, con la situazione di classifica attuale, assume un’importanza nuova: l’Europa League, in fondo, passa anche da qua.

Archiviata la qualificazione ai quarti, è il momento di pensare alla partita delle partite con una buona novità: finalmente Giancarlo Antognoni torna ufficialmente in società. La mattina è condita da articoli al peperoncino (Dybala il Magnifico e altre storie compaiono su quello che è ritenuto il giornale sportivo più letto d’Italia). Non c’è tempo per pensare ai provocatori. Contro i bianconeri è una bolgia sugli spalti e una battaglia in campo, dalla quale i viola escono con i tre punti, ma specialmente con una gioia regalata alla città.

Calata l’euforia, con il Chievo prossimo avversario in campionato e il Napoli in Coppa Italia, si dovrebbe tornare a pensare al campo, ma così con è. Perchè siamo in tempi di calciomercato, quella sagra che molti vogliono spettacolizzare e che in fondo è uno dei grandi mali del calcio moderno. Il protagonista questa volta è Nikola Kalinic, già da qualche tempo (così dicono) cercato dai cinesi del Tianjin e pronto, nella mattinata di venerdì, a rifiutare i milioni della Cina per continuare a lottare con la maglia viola. Amore per la maglia? Piuttosto voglia di lottare ancora, perchè non è detto che il croato non partirà a giugno, magari per una meta europea e molti meno soldi, ma ciò che è sicuro è che l’attaccante ha detto no a cifre che a Firenze non vede. Non lo fece Baggio, non lo fece Batistuta. Lo ha fatto Kalinic.

Adesso comincia un mese particolare per la Fiorentina: al termine di febbraio infatti sapremo se la Fiorentina potrà sperare ancora in un piazzamento in campionato, se avrà passato i sedicesimi di Europa League e i quarti di Coppa Italia. Si gioca su tre fronti i rapida sequenza. E con Antognoni in società, la Juventus battuta in casa e un Kalinic in più, a Firenze riaccendere la passione si può. Perchè Firenze è un popolo in fermento che aspetta solo di esplodere.