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“Viva Firenze, viva il suo Capitano”. La ‘pennellata’ di Rialti sulla tragedia Astori

Alessandro Rialti, responsabile della redazione fiorentina del Corriere dello Sport - Stadio, ci manda il suo contributo per ricordare la figura di Davide Astori

Alessandro Rialti

Ancora un grande dolore. A Firenze è stato portato via il suo Davide. La colonna portante di questa sua piccola e imperfetta Fiorentina, squadra acerba, comunque amata proprio per il suo essere giovane e forse anche un po’ indifesa. E la città davanti a questi drammi a questa ingiustizia, davanti a queste ferite sa sempre come reagire: con l’amore. Viva Firenze che in migliaia corre al Franchi per lasciare uno striscione, una sciarpa, un bigliettino per scrivere il suo «grazie capitano».

Viva la Firenze che domani correrà al Centro tecnico Federale di Coverciano per avere un attimo di intimità con il suo gigante buono al quale è stato piano piano fermato il cuore. Viva Firenze che domenica entrerà al Franchi per contribuire a una coreografia di immensa tenerezza per quell’omone con la barba che cercava di aiutare la sua piccola squadra, figlia di un'estate vissuta di corsa e senza finanziamenti. Viva la Firenze che per una volta non metterà al primo posto le tante cose che non hanno funzionato e non funzioneranno, le sconfitte, gli errori, le lontananze dei Della Valle, le gare corse contro vento. Viva la Firenze con le lacrime agli occhi, come troppe volte.

Ricordiamocele tutte, i dolori, i colpi di bisturi all’anima. Gli incidenti di Guerini, Roggi e Caso. La paura per la vita di De Sisti e Antognoni, la privazione feroce di Mario Cecchi Gori. Il fallimento, il vuoto, la solitudine fino alla rinascita. Certo che questa volta sarà ancora più dura vedendo quella famiglia colpita, annientata. Per questo Firenze sarà ancora più dolce e presente. Perché è un dovere per il nostro Davide, per una colonna che state sicuri nessuno dimenticherà mai. Viva Firenze, viva il suo capitano.

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